Il tesoro della letteratura - volume 3

Il secondo Ottocento in sintesi può spiegare razionalmente ma che è ispirato direttamente da Dio: «Il diavolo lotta con Dio, e il loro campo di battaglia è il cuore degli uomini . Gli ultimi anni sono dedicati a un intenso lavoro di scrittura, interrotto solo da sempre più frequenti attacchi di epilessia. Lo scrittore muore a San Pietroburgo nel 1881. Le opere Dostoevskij può essere considerato un vero e proprio precursore della letteratura moderna, in particolare della narrativa decadente o della crisi , come viene definito il romanzo europeo del primo Novecento. Nelle prime opere di Dostoevskij si avverte l influenza di Balzac e Gogol . Il sosia sconvolge il pubblico: per la prima volta viene messo in scena un personaggio che, vittima di allucinazioni, è vinto completamente dalla follia. Il romanzo breve Memorie dal sottosuolo pone in rilievo l inconscio (il sottosuolo ), che viene indagato e analizzato. Comprendere sé stessi fino in fondo risulta tuttavia impossibile. I protagonisti dei suoi romanzi più maturi sono degli inetti. Sono uomini incapaci di agire, di provare affetto per gli altri; sono egoisti, perennemente in preda ai tormenti e alle proprie ossessioni. Molti dei suoi personaggi sono accecati dall egoismo, a tal punto da compiere delitti o sprofondare nella follia. Accanto a questi però emergono anche personaggi positivi, capaci di dare dimostrazioni di amore e solidarietà. 278 I primi romanzi Gli esordi sono influenzati dai modelli del francese Honoré de Balzac ( p. 93), uno dei più celebri scrittori del Realismo del primo Ottocento, e del connazionale Nikolaj Gogol , autore amato per la ricchezza e il tono grottesco dell ispirazione letteraria. Il primo romanzo di Dostoevskij, Povera gente (1846), ha come protagonista un modesto impiegato che tenta di recuperare la propria dignità schiacciata dalla gerarchia e dalle convenzioni sociali. L opera è accolta con favore dalla critica, ma la successiva, Il sosia (1846), suscita sconcerto nel pubblico: qui, per la prima volta, l autore descrive una personalità che, prigioniera delle proprie allucinazioni, finisce per sdoppiarsi e scivolare nella follia. Memorie dal sottosuolo Una tappa centrale nella sua vicenda artistica e intellettuale è costituita dal romanzo breve, scritto sotto forma di monologo, Memorie dal sottosuolo, pubblicato nel 1864. la storia della fallita redenzione di una prostituta e, insieme, un indagine sul sottosuolo psichico (cioè sull inconscio), sull anima individuale, sull impossibilità di comprendere davvero sé stessi e gli altri. L io narrante è uno dei cosiddetti uomini superflui , una persona incapace di agire e di esprimere concretamente le proprie qualità interiori, mentre soffre del suo stesso fallimento. Le opere della maturità Da questo punto in poi, Dostoevskij rappresenterà nei suoi romanzi uomini tormentati da fissazioni, che sono in realtà il riflesso del loro egoismo e della loro incapacità di amare: Raskol nikov, il protagonista di Delitto e castigo (1866), vuole dimostrare a sé stesso di essere un uomo superiore, per il quale non vale la morale comune; Aleksej Ivanovic si abbandona al vizio del gioco (Il giocatore, 1867); Rogo in e Nastas ja Filippovna, protagonisti del romanzo L idiota (1868-1869), sono preda di un rapporto d amore ossessivo, proprio come Dmitrij Karamazov e Gru en ka nei Fratelli Karamazov (1879-1880); P tr Verchovenskij (I demòni, 1873) tenta di acquisire, attraverso la paura, un potere carismatico su chi lo circonda; infine il giovane Arkadij, nel romanzo L adolescente (1875), è dominato dalla smania del denaro e della rivalsa. La difesa dell innocenza Alcuni personaggi di Dostoevskij offrono un esempio positivo: sono uomini e donne che rimandano alla figura di Cristo per la loro capacità di amore e di sacrificio. Altri rappresentano invece le estreme conseguenze dell egoismo, poiché sono uomini dominati da un cinismo freddo e disperato che culmina nell omicidio, nel suicidio, nella follia: non a caso le loro vittime predilette sono gli innocenti, gli indifesi, i bambini. Malgrado tutta la sua apparente prosperità materiale, la civiltà europea, secondo Dostoevskij, è troppo cinica e individualista per poter fare a meno della violenza e dello sfruttamento; non così il popolo russo, che sotto la scorza della miseria e dell ignoranza ha saputo conservare l istinto della solidarietà: «Diventare un vero russo , dichiara lo scrittore in una conferenza tenuta nel 1881, pochi mesi prima di morire, «significa forse pronunciare la parola definitiva della grande armonia universale, della concordia fraterna fra tutti i popoli secondo la legge evangelica di Cristo .

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi