Il tesoro della letteratura - volume 3

Giovanni Verga della concatenazione , grazie alla quale una delle ultime parole o espressioni del periodo precedente viene ripresa all inizio di quello successivo (mastro Misciu, suo padre, era morto nella cava. Era morto così, rr. 25-26; «Va là, che tu non ci morrai nel tuo letto, come tuo padre . Invece nemmen suo padre ci morì nel suo letto, rr. 36-38; « tu ci andrai e ci lascerai le ossa . Invece le ossa le lasciò nella cava, Malpelo, come suo padre, rr. 381-382 ecc.): un artificio che accentua la tendenza all imitazione e permette di tornare ossessivamente sugli stessi vocaboli e sulle stesse frasi, sottolineando l immutabilità di una condizione umana che si ripete sempre uguale, senza possibilità di riscatto. Una bolgia infernale Vicende come quelle di Rosso Malpelo erano all ordine del giorno nella Sicilia del tempo. L autore, oltre a conoscerle direttamente, ne aveva letto sulle pagine della famosa inchiesta parlamentare di Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino, pubblicata nel 1877, che dedicava ampio spazio alla piaga del lavoro minorile ( p. 176). L attenzione alla cronaca e alla documentazione, tuttavia, non deve far passare in second ordine la qualità letteraria del testo, ricco di echi e riferimenti intertestuali. Significativi, per esempio, sono i rimandi all Inferno dantesco, che sottintendono la comunanza del destino dei minatori con quello dei dannati. Quando Malpelo descrive a Ranocchio il labirinto dei cunicoli della cava, fa riferimento ai lavoratori che prima o poi si perderanno in esso senza poter udire le strida disperate dei figli (rr. 214-215), con un espressione che richiama le parole usate da Virgilio per descrivere a Dante l oltretomba infernale («ove udirai le disperate strida , I, 115). Precedentemente, quando Malpelo racconta di avere sempre visto quel buco nero, che si sprofondava sotterra, dove il padre soleva condurlo per mano (rr. 208-209), la scena fa venire alla mente il paterno gesto di Virgilio che prende per mano Dante al momento del suo ingresso nell Inferno («E poi che la sua mano a la mia puose , III, 19). Il buco nero della miniera può essere assimilato alla «valle d abisso che Dante definisce «oscura e profonda (IV, 10). Quello dantesco, però, è un inferno dei morti e dei peccatori; Verga, invece, descrive un inferno dei vivi, dove la morte rappresenta al tempo stesso una condanna ma anche una liberazione. Verso le COMPETENZE COMPRENDERE 1 Riassumi il contenuto della novella in circa 15 righe. 2 Prima di quella di Malpelo, la novella è scandita da tre morti: quali? 3 Concentrando la tua attenzione sulla lezione che Rosso Malpelo impartisce a Ranocchio, sintetizza la sua filosofia di vita. 4 Il certo era che nemmeno sua madre aveva avuta mai una carezza da lui, e quindi non gliene faceva mai (rr. 168-169). Che significato ha questa frase? Quale immagine restituisce del rapporto che intercorre tra Malpelo e sua madre? Com è, invece, il rapporto di Ranocchio con la madre? ANALIZZARE 5 Nel primo periodo troviamo la presenza di due perché. Spiega il loro diverso significato logico. 6 Sicché nessun padre di famiglia voleva avventurarvisi, né avrebbe permesso che ci si arrischiasse il sangue suo (rr. 386-387). Sangue suo è una figura retorica: quale? a Catacresi. c Sineddoche. b Metafora. d Paronomasia. 7 Trova nel testo almeno due esempi di discorso indiretto libero e trasformali in discorso diretto. 8 Individua parole ed espressioni dialettali riconducibili all ambiente siciliano. 9 Rintraccia nel testo i paragoni e le metafore che assimilano il protagonista a una bestia e al diavolo. 10 Nella novella, la fabula e l intreccio coincidono oppure Verga utilizza flash back e anticipazioni? 11 Secondo un costume tipicamente popolare, le persone vengono chiamate con un soprannome, che ne fissa un carattere o una peculiarità. Individua i soprannomi dei personaggi e spiegane il possibile significato. 175

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi