2 - La rappresentazione degli umili

Il secondo Ottocento in sintesi La produzione verista di Verga trova un ambientazione ideale nel mondo popolare siciliano. Questa è una realtà autentica fuori dalla Storia: qui si conservano infatti le tradizioni, i valori primitivi, gli affetti familiari. Le fonti di Verga nella stesura delle sue opere ambientate in Sicilia sono essenzialmente i ricordi, l osservazione diretta e le indagini di Pitrè. La sua produzione assume così l aspetto di una raccolta enciclopedica delle tradizioni e dei costumi del mondo popolare siciliano, quello dei manovali, dei contadini, dei pastori. Il mondo verghiano è popolato da personaggi eroici che combattono per la sopravvivenza contro un destino già scritto. Sono individui umili che si rassegnano a un esistenza di affanni e sofferenze. Affrontano la vita con coraggio, pur consapevoli di non poterne cambiare le sorti. Da parte di Verga non c è compassione, pietismo né consolazione per i suoi personaggi. 162 2 La rappresentazione degli umili Un umanità senza maschere Il contesto scelto da Verga per dare corpo al suo ideale di rappresentazione della realtà è quello popolare siciliano, fissato nella sua memoria e caratterizzato da antiche strutture morali, culturali e sociali. Riandare a quel mondo, da cui si era allontanato per inseguire il miraggio del successo letterario, significa per l autore tornare là dove la vita coincide ancora con la lotta quotidiana per la soddisfazione dei più elementari bisogni materiali, dove la sofferenza e le lacrime sono vere e i sentimenti non appartengono a maschere fittizie, ma a uomini e donne in carne e ossa. Come ha messo in evidenza il critico Luigi Russo, la Sicilia soprattutto quella di Vita dei campi e dei Malavoglia costituisce un ambiente mitico e anteriore alla Storia, che si sottrae all estinzione perché rispetta le tradizioni tramandate da generazioni, preserva la famiglia come cellula protettiva di valori e di affetti solidali e non cede alle lusinghe borghesi del denaro. I miti di un universo immutabile Nel descrivere questo universo sociale, Verga non a caso attinge, oltre che al proprio ricordo e all osservazione diretta (tanto da essere anche fra i primi a intuire le potenzialità evocative e documentarie della fotografia), anche alle conoscenze che derivano dalle ricerche sul folclore effettuate sul campo dal più importante raccoglitore e studioso di tradizioni popolari siciliane, l antropologo palermitano Giuseppe Pitrè (1841-1916). Amori, vendette, feste religiose, processioni, favole, indovinelli, proverbi, credenze: per molti aspetti l opera verghiana rappresenta una sorta di enciclopedia delle manifestazioni e delle usanze custodite dal mondo popolare di marinai, contadini, pastori e minatori, studiate nella loro concretezza storica con scrupolo di scienziato, ma rivissute drammaticamente con l anima dell artista, che non si limita a copiare il popolo, ma lo interpreta nella sua mentalità e nelle sue convenzioni. La caparbietà eroica dei personaggi verghiani La Sicilia è dunque per Verga il teatro ideale per superare il sentimentalismo degli esordi narrativi e per descrivere l unico mondo che gli appare vero, quell universo di umili che combattono per l esistenza, a modo loro eroi caratterizzati da una decisa caparbietà e da una «rassegnazione coraggiosa ad una vita di stenti , come si legge nella novella Fantasticheria. Il destino dei personaggi verghiani non può essere mutato, semmai accelerato: valga per tutte l esperienza di Rosso Malpelo, che assolve fino in fondo la funzione di testimone dell oppressione, andando incontro alla morte come a una liberazione. Nella sua elementare filosofia, Malpelo sa che il povero non ha scampo e deve soggiacere a una legge e a un fato più forti di lui. Egli sa adattarsi a questo futuro già scritto, ma senza scendere a compromessi: chiuso nei suoi rancori e nei suoi affetti, il ragazzo ha il coraggio di ribellarsi in silenzio, esasperando la propria solitudine, vissuta con spietata consapevolezza come una condizione umana che tocca a tutti gli sconfitti, relegati ai margini del proprio tempo. L assenza di pietismo I personaggi di Verga appartengono alla schiera dei «deboli che restano per la via , ma non per questo essi sono fatti oggetto di pietismo: liquidando il populismo presente nella nostra letteratura tardoromantica, l autore non concede alle vittime né un aristocratico paternalismo né la vaga consolazione che la sventura patita sia manzonianamente «provvida , perché possibilità di riscatto o di liberazione non esistono, né sulla terra né in cielo.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi