Il tesoro della letteratura - volume 3

Il secondo Ottocento 85 90 95 100 105 110 115 120 de, poiché ivi l abbiezione diventa così profonda, così miseranda, la natura umana si degrada talmente, che vengono alla faccia le fiamme della vergogna. Sventrare Napoli? Credete che basterà? Vi lusingate27 che basteranno tre, quattro strade, attraverso i quartieri popolari, per salvarli? Vedrete, vedrete, quando gli studi, per questa santa opera di redenzione, saranno compiuti, quale verità fulgidissima risulterà: bisogna rifare. Voi non potrete sicuramente lasciare in piedi le case che sono lesionate dalla umidità, dove al pianterreno vi è il fango e all ultimo piano si brucia nell estate e si gela nell inverno; dove le scale sono ricettacoli d immondizie; nei cui pozzi, da cui si attinge l acqua così penosamente, vanno a cadere tutti i rifiuti umani e tutti gli animali morti; e che hanno tutte un pot-bouille,28 una cosidetta vinella, una corticina interna in cui le serve buttano tutto; il cui sistema di latrine, quando ci sono, resiste a qualunque disinfezione. Voi non potrete lasciare in piedi le case, nelle cui piccole stanze sono agglomerate mai meno di quattro persone, dove vi sono galline e piccioni, gatti sfiancati e cani lebbrosi; case in cui si cucina in uno stambugio,29 si mangia nella stanza da letto e si muore nella medesima stanza, dove altri dormono e mangiano; case, i cui sottoscala, pure abitati da gente umana, rassomigliano agli antichi, ora aboliti, carceri criminali della Vicaria, sotto il livello del suolo. Voi non potrete sicuramente lasciare in piedi i cavalcavia che congiungono le case; né quelle ignobili costruzioni di legno che si sospendono a certe muraglie di case, né quei portoncini angusti, né quei vicoli ciechi, né quegli angiporti, né quei supportici; voi non potrete lasciare in piedi i fondaci.30 Voi non potrete lasciare in piedi certe case dove al primo piano è un agenzia di pegni, al secondo si affittano camere a studenti, al terzo si fabbricano fuochi artificiali: certe altre dove al pianterreno vi è un bigliardo, al primo piano un albergo dove si pagano tre soldi per notte, al secondo una raccolta di poverette,31 al terzo un deposito di cenci. Per distruggere la corruzione materiale e quella morale, per rifare la salute e la coscienza a quella povera gente, per insegnare loro come si vive essi sanno morire, come avete visto! per dir loro che essi sono fratelli nostri, che noi li amiamo efficacemente, che vogliamo salvarli, non basta sventrare Napoli: bisogna quasi tutta rifarla. Matilde Serao in una foto del 1910 ca. 27 Vi lusingate: vi illudete. 28 pot-bouille: il termine francese, che in- dica la pentola in cui si confondono diversi alimenti, aveva dato il titolo al decimo volume (1882) dei Rougon-Macquart di mile Zola, generalmente tradotto in italiano 140 con il titolo Quel che bolle in pentola. Qui la Serao lo utilizza per indicare un cortiletto interno dove si butta un po di tutto (in dialetto napoletano detto vinella). 29 stambugio: stanzino buio e squallido, sgabuzzino malsano. 30 fondaci: il vocabolo significa normal- mente magazzini o botteghe , ma a Napoli indicava i seminterrati utilizzati dai più poveri come abitazioni. 31 una raccolta di poverette: un postribolo, un bordello.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi