Il tesoro della letteratura - volume 3

Il secondo Ottocento 50 55 60 65 70 75 80 85 sbattere usci. Due o tre volte, il marchese si era affacciato ora da una ora da un altra finestra, quasi volesse chiamare qualcuno. Invece, avea dato lunghe occhiate lontano e attorno, per la campagna, o al cielo che sembrava di bronzo, limpido, senza un fiocco di nuvole da dieci mesi, infocato dal sole che bruciava come di piena estate. Ore dopo, egli era disceso giù, aveva ordinato a Titta di riattaccare le mule, ed era ripartito senza dare nessuna disposizione, senza mostrarsi scontento né soddisfatto. [ ] «Che c è? domandò il marchese all improvviso arrestarsi della carrozza. E, affacciatosi allo sportello, vide l avvocato don Aquilante, con le lunghe gambe penzoloni dal parapetto di un ponticello, il cappellone di feltro nero, a larghe falde, che gli riparava dal sole, come un ombrello, la faccia sbarbata, con la grossa canna d India9 tenuta ferma da una mano sul paracarro sottostante. Don Aquilante socchiuse gli occhi, scosse la testa con l abituale movimento, portò l altra mano allo stomaco, quasi volesse reggere la cintura rilasciata dei calzoni, e scese dal parapetto, aggrottando le sopracciglia, stringendo le labbra con l aria di un uomo importunatamente disturbato. «Qui, con questo sole? disse il marchese aprendo lo sportello della carrozza. Don Aquilante fece soltanto una mossa che voleva significare: se sapeste! e, accettando l invito espressogli con un gesto, montò accanto al marchese. Le mule ripartirono al trotto. «Qui, con questo sole? tornò quegli a domandare. «Voi siete scettico... Non importa!... Vi convincerete un giorno o l altro! 10 rispose don Aquilante. Il marchese sentì corrersi un brivido per tutta la persona. Pure fece il bravo,11 sorrise; e quantunque avesse pregato don Aquilante di non più riparlargli di quelle cose, ed ora ne sentisse più che mai invincibile terrore, provò un impeto di sfida per vincere la sensazione che gli sembrava puerile in quel punto, all aria aperta e con tutta quella luce. «Ah! Venite a cercare gli Spiriti fin qui? . «L ho seguito a dieci passi di distanza, senza potere raggiungerlo. Ora è agitato; comincia ad aver coscienza della sua nuova condizione 12 Voi non potete intendere; siete fuori della verità, tra la caligine13 dei pregiudizi religiosi . «Ebbene? balbettò il marchese. «Un giorno vi persuaderete, finalmente, che io non sono un allucinato, né un pazzo. Vi sono persone soggiunse con severo accento, «che posseggono facoltà speciali per vedere quel che gli altri non vedono, per udire quel che gli altri non odono. Per esse, il mondo degli uomini e quello degli Spiriti non sono due mondi distinti e diversi. Tutti i santi hanno avuto questa gran facoltà. Non occorre, però, di essere un santo per ottenerla. Particolari circostanze possono accordarla a un meschino avvocato come me . «E non vi è riuscito a raggiungerlo! disse il marchese, con accento che avrebbe voluto essere ironico e tradiva intanto l ansia da cui era turbato. 9 canna d India: bastone di bambù. 10 Voi l altro: don Aquilante rimane nei paraggi perché è convinto di poter incon- 128 trare l anima dell ucciso e chiedergli il nome dell assassino. 11 bravo: coraggioso. In realtà il marchese di Roccaverdina è attanagliato dalla paura. 12 nuova condizione: quella di morto. 13 caligine: nebbia.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi