Luigi Capuana

Il secondo Ottocento in sintesi Luigi Capuana La vita Luigi Capuana nasce a Mineo (Catania) in una famiglia di proprietari terrieri. Abbandonati gli studi di giurisprudenza, svolge attività di giornalista vivendo tra Firenze, Milano e Roma. Torna in Sicilia nel 1902, a insegnare all Università di Catania. Amico intimo di Verga, con lui dà vita al Verismo. A Catania muore nel 1915. Giornalista e polemista Nato nel 1839 a Mineo, nel Catanese, da una famiglia di proprietari terrieri, Luigi Capuana si dedica alla letteratura dopo aver abbandonato gli studi di giurisprudenza. Sindaco per due volte del suo paese d origine, vive a lungo tra Firenze, Milano e Roma, città in cui svolge un intensa attività giornalistica, che gli permette di diventare uno dei principali protagonisti del dibattito letterario del tempo. Il legame con Verga Amico fraterno di Giovanni Verga, con lui stringe il sodalizio che dà vita al Verismo italiano. Autore di romanzi, novelle, opere teatrali, libri di critica, fiabe e testi per l infanzia, Capuana torna stabilmente in Sicilia a partire dal 1902, insegnando Lessicografia e Stilistica all Università di Catania. Muore a Catania nel 1915. Le opere Capuana è il teorico del Verismo, in cui trasferisce i canoni del Naturalismo. Recensendo le opere di Zola, di cui è traduttore, sostiene ed esalta i principi fondamentali del movimento francese: il valore attribuito alla ricostruzione analitica dei fatti, lo scopo documentario della narrazione, la tecnica dell impersonalità. I suoi romanzi più significativi sono Giacinta e Il marchese di Roccaverdina, storie di personaggi segnati da tragici destini. Il teorizzatore Capuana può essere considerato l iniziatore e il teorico del Veri smo. Traduttore di Zola, ha il merito di aver trasferito i canoni del Naturalismo francese nella realtà sociale della sua terra. Fondamentale si rivela, in particolare, la sua recensione nel 1877 sul Corriere della Sera dell Ammazzatoio, il romanzo di Zola di cui egli esalta l osservazione minuziosa dei fatti, la ricostruzione del contesto operata dall interno, il valore documentario della narrazione e la tecnica dell impersonalità. e il narratore A questi princìpi Capuana lega anche la propria produzione narrativa. Due, soprattutto, sono i romanzi di maggior rilievo. Il primo è Giacinta (1879), dedicato allo stesso Zola, parabola della tragica esistenza di una donna segnata sin dalla giovane età dalla violenza di uno stupro subito. Il secondo è Il marchese di Roccaverdina, pubblicato nel 1901 al termine di una lunga gestazione e di un faticoso processo di revisione e riscrittura; anche in quest opera si narrano vicende patologiche, esasperazioni emotive e passioni logoranti. Il protagonista è un nobile che ha ucciso per gelosia il fattore dei suoi possedimenti: il rimorso, causato dal delitto e dal veder condannato al posto suo un innocente, lo ossessiona fino al punto di confessare il misfatto. Abbandonato dalla moglie, l uomo precipita nella follia e muore, tormentato dall angoscia e dalla disperazione. T3 Le inquietudini di un assassino Luigi Capuana, Il marchese di Roccaverdina, cap. 8 Il lento affiorare della follia Nessuno sospetta il marchese per l omicidio del suo fattore. Tuttavia il suo comportamento tradisce un ansia crescente. Nel brano proposto, lo vediamo mentre effettua una ricognizione dei suoi possedimenti e incontra l avvocato don Aquilante che, con le sue strambe affermazioni, accresce il tormento sempre più insopportabile del protagonista. Fatte attaccare le mule alla carrozza, era partito per Margitello.1 Titta, il cocchiere, si meravigliava di vedere il padrone rannicchiato in fondo alla carrozza chiusa, e insolitamente silenzioso. Aveva tentato, ma inutilmente, di fargli dire qualcosa. 1 Margitello: località non lontana da Mineo, nel Catanese, dove si trovano i possedimenti del marchese di Roccaverdina. 126

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi