Il tesoro della letteratura - volume 3

Dal secondo Novecento agli anni Duemila in sintesi Nel tentativo di cercare uno stile e una forma adatta per narrare questi eventi dolorosi l autore sceglie di adottare il punto di vista di un bambino, facendo ricorso alla reinvenzione fantastica per non cadere nella retorica. Lo sguardo ingenuo e privo di filtri del protagonista Pin permette a Calvino di tenersi a distanza da qualsiasi ideologia, conferendo ai temi trattati una dimensione fiabesca. L autore, pertanto, aderisce alla corrente neorealista in maniera del tutto personale. Il primo dato che emerge è che il Sentiero, a distanza di quasi vent anni dalla prima stesura, appare agli occhi dell autore «come un libro nato anonimamente dal clima generale d un epoca, da una tensione morale, da un gusto letterario che era quello in cui la nostra generazione si riconosceva, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale . Molti scrittori neorealisti percepiscono infatti l esigenza di considerare la letteratura uno strumento del proprio agire nella società e, contemporaneamente, come una naturale prosecuzione della loro partecipazione al conflitto. Ma se l «essere usciti da un esperienza guerra, guerra civile che non aveva risparmiato nessuno, stabiliva un immediatezza di comunicazione tra lo scrittore e il suo pubblico , il problema maggiore per Calvino sta nel riuscire a trovare i modi e le forme per esprimere quel contenuto grezzo da tutti condiviso. La necessità è quella di esprimere, scrive l autore, «noi stessi, il sapore aspro della vita che avevamo appreso allora allora . Il Neorealismo diventa dunque per lo scrittore ricerca di poetica, di linguaggio, di stile e di ritmo narrativo. L impegno dell intellettuale e il rischio della retorica La sfida che si pone Calvino è prendere le distanze dal populismo degli scritti di propaganda. Il suo impegno ideologico che per un autore fedele ai dettami neorealisti rappresenta un imperativo si traduce soprattutto nella reinvenzione avventurosa e fantastica di una tragica esperienza collettiva, vista attraverso gli occhi di un bambino. Evitando la retorica nel racconto della guerra civile e rifiutandosi di dividere i combattenti in uomini e non-uomini (come ha fatto l amico Vittorini nel romanzo Uomini e no, del 1945), egli avversa, al tempo stesso, i detrattori della Resistenza e quelli che sono, a suo giudizio, i peggiori nemici della causa, ossia quanti vogliono restituire in chiave celebrativa e addolcita, snaturandoli, i giorni della guerra partigiana. La scrittura di Calvino affronta perciò i temi della Resistenza in modo problematico, senza indulgere all ottimismo di maniera che caratterizza alcuni autori neorealisti. Nei racconti di Ultimo viene il corvo, per esempio, emerge la fatica dell esistenza, la potenza della sopraffazione e del caos, il senso di ineluttabilità del destino, tutti temi già presenti a livello embrionale nel Sentiero. Il filtro del personaggio-bambino Quello di Calvino è perciò un Neorealismo particolare, nel quale l attenzione per la situazione sociopolitica caratteristica principale della corrente non solo è priva di ogni esaltazione ideologica, ma conduce anche a una progressiva presa di distanza dalla materia narrata. Il filtro fanciullesco mediante il quale è osservata la realtà permette la trasformazione un po fiabesca di eventi dolorosi attraverso una visione dal basso, lirica e ingenua, delle avventure e dei casi della vita. Due bambini italiani giocano in una strada con armi abbandonate, 1945. 1164

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi