Il tesoro della letteratura - volume 3

La narrativa italiana del secondo Novecento Dentro il TESTO Le fasi di un rito I contenuti tematici La descrizione dei borghesi milanesi, iniziata nel romanzo qualche pagina prima, prosegue in questa scena al ristorante della stazione. Tutti sembrano consapevoli di interpretare una parte (si parla di desiderata platea, r. 8), ma Gadda ne descrive la seriosità (Tutti erano presi sul serio, r. 4), la piena e orgogliosa aderenza al proprio ruolo (Tutti erano consideratissimi, r. 12), senza il minimo distacco ironico né da parte dei camerieri (A nessuno, mai, era mai venuto in mente di sospettare che potessero anche essere dei bischeri, rr. 13-14), né da parte dei signori in frac (neppure essi, no, no, avrebbero fatto di sé medesimi un simile giudizio, r. 17-18). Ne emerge il ritratto pungente di una borghesia soddisfatta e piena di sé, nel godimento di uno dei suoi riti collettivi, celebrato in un luogo (il ristorante) che fa da sfondo all ostentazione di ricchezza, strumento e simbolo di una precisa identità sociale. Un ironia sferzante Lo scrittore ironizza pesantemente su questo complesso di codici e comportamenti, che si traduce in movenze e ossessioni ripetitive, sempre uguali a sé stesse: l ordinazione dell ossobuco con risotto (rr. 2-3); l accensione di una sigaretta, descritta così minuziosamente da ridicolizzarne la vuota ritualità; l atto del fumare a cui si accompagnano le prime fasi della digestione; lo sguardo intorno alla sala per rispecchiarsi negli altri simili, ingessati nella locuzione finale manichini ossibuchivori. L attacco comico All ironia Gadda alterna momenti di pura comicità, al fine di schernire ulteriormente le sue vittime. Egli non perde infatti occasione per sottolineare il contrasto tra l inappuntabile esteriorità dei borghesi e la loro interiorità rozza e scurrile. Alla perfetta serietà (r. 2) di camerieri e clienti attavolati (r. 5) vengono subito associati seni (poppe, r. 6) e sedere (deretano, r. 7). La ruga orizzontale che si forma sulla fronte onnubilata da cure altissime (rr. 32-33) viene in seguito indentificata con un pensiero fessissimo, riguardante, per lo più, articoli di bigiutteria in celluloide (rr. 42-43). La loro voluttà nell aspirare la prima boccata di fumo è irrigidita in una posa affettata, tanto da far pena a un turco stitico (r. 48) espressione che introduce l elemento scatologico. Qualche riga dopo, infatti, si accenna alla digestione (la peptonizzazione dell ossobuco), e il momento della peristalsi è descritto dal punto di vista sonoro, come la fase iniziale (presagio lontano di tamburo, r. 54) di un processo che porterà poi a una rumorosa defecazione (la marcia trionfale dell Aida o il toreador della Carmen, rr. 54-55). Il finale è un attacco alla vacuità dell apparenza: i manichini, privi di anima e di spessore, sono infatti intenti a valorizzare non le proprie qualità interiori, ma i polsini e i gemelli da polso (r. 58). Il monologo interiore La ricchezza linguistica per descrivere la povertà sociale Le scelte stilistiche Lo stile di questo brano, con le frequenti interiezioni a commentare alcuni passaggi (Sì, sì: erano consideratissimi, r. 1; neppure essi, no, no, r. 17; ecco, ecco, tutti eran certi, r. 22), ci ricorda continuamente che stiamo assistendo a una sorta di monologo interiore* di Gonzalo. Questi, irato e rancoroso, si indigna all ennesima visione della madre in cucina, immagine di umiltà e miseria a cui si contrappongono lo sfarzo e la superbia dei borghesi arricchiti. La descrizione è impostata sui tipici elementi gaddiani dell espressionismo linguistico: dialettismi (giulebbe, r. 51; mantrugiare, r. 52), termini o interi periodi in lingua straniera (francese, spagnolo e tedesco), tecnicismi (spinterogeno, r. 24; peptonizzare, r. 52), vocaboli rari (addivenire, r. 26; instantemente, r. 27; sibariti, r. 48), onomatopee* (tatràc, r. 31), gli immancabili neologismi (attavolati, rr. 5 e 12; usucapzione, r. 6; ossibuchivori, r. 58). 1115

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi