Il tesoro della letteratura - volume 3

Il secondo Novecento e gli anni Duemila in sintesi In tempi più recenti si è assistito a un impoverimento della lingua usata dagli italiani e a fenomeni di analfabetismo di ritorno. La lingua scritta si sta avvicinando a quella parlata, anche a causa di un utilizzo degli strumenti di comunicazione concentrato quasi esclusivamente sulla velocità di composizione dei testi. Tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta, Italo Calvino ha denunciato la progressiva perdita di vitalità dei linguaggi, dovuta all «antilingua tipica del lessico della burocrazia, del giornalismo e della politica. Oggi l innovazione tecnologica ha introdotto nella lingua molti tecnicismi, e nei linguaggi settoriali abbondano i preziosismi, che spesso rendono meno comprensibile la comunicazione; inoltre, dilaga l accettazione dei vocaboli della lingua inglese anche quando l italiano possiede un termine corrispettivo. 1024 Le cose innegabilmente sono cambiate dagli anni Ottanta in poi, quando l avvento delle reti commerciali e lo sviluppo di quella che Umberto Eco ha definito «neotelevisione cambiano gli obiettivi della programmazione televisiva: viene meno infatti la missione istituzionale di erogare un servizio pubblico e in qualche modo pedagogico per assecondare, sia sul piano dei contenuti sia su quello della comunicazione espressiva, le aspettative di un pubblico al quale non si chiede più alcuno sforzo di crescita intellettuale. Finito il monopolio della Rai, la «neotelevisione abolisce la differenza fra informazione e intrattenimento, introduce la fiction come un super-genere che ingloba tutti gli altri, tende a massificare gli spettatori come prodotti del consumismo, fa entrare in circolazione neologismi, forestierismi, stereotipi che hanno facile presa in un paese in cui si legge poco e si guarda molto il piccolo schermo. Le trasformazioni di oggi Tale realtà ha determinato negli anni a noi più vicini un abbassamento qualitativo della lingua usata dagli italiani, che non corrisponde più in molti casi a una reale capacità di comprensione di testi un po più complessi. Si aprono così preoccupanti scenari di analfabetismo di ritorno, una condizione di regressione che riguarda pure chi possiede un titolo di studio medio. Anche la lingua scritta, tradizionalmente più al riparo dai mutamenti, è oggetto di una vorticosa trasformazione che la avvicina alla lingua parlata, come è facile vedere nelle comunicazioni affidate alle chat, ai blog, ai messaggi whatsapp, nei quali la velocità di composizione induce a un decadimento, per così dire consapevole, che va ben oltre i limiti e le deficienze naturali di chi scrive. Riaffiorano in tal modo vistosi elementi dialettali e regionali, la punteggiatura diventa casuale, compaiono grafemi come il k al posto di ch , fioriscono abbreviazioni (come 6 per la seconda persona del verbo essere o xke al posto di perché ), vengono eliminati accenti e apostrofi, le emoticon sostituiscono le parole e così via. L «antilingua e l «anglomania : due gravi minacce Ma i cambiamenti non toccano solo l universo della comunicazione giovanile. Il problema dell educazione linguistica riguarda tutti i cittadini: garantire le competenze e il possesso di un ampia gamma di modalità dell uso della nostra lingua costituisce la sfida più importante dei prossimi anni. Del resto, non si tratta di un impegno nuovo: già nel 1965 e poi più avanti nel 1980, Italo Calvino denunciava l impoverimento e la progressiva perdita di vitalità dei linguaggi. In particolare lo scrittore metteva in guardia da una cosiddetta «antilingua , un insieme di formule rituali, di termini generici e ridondanti, di ridicoli tecnicismi che dilagano nel linguaggio della burocrazia, in quello del giornalismo e anche in quello della politica. Oggi la pressione dei linguaggi settoriali e soprattutto l invadenza dell inglese ripropongono il pericolo già evidenziato da Calvino: l incessante innovazione tecnologica ha riversato nella lingua comune tecnicismi esasperati; il preziosismo rimane una tentazione assillante per i molti soggetti che operano nel settore amministrativo e che preferiscono tanto per fare un esempio invitare a obliterare il biglietto piuttosto che, semplicemente, a timbrarlo . Si tratta di un esibizionismo che attecchisce ovunque e che si manifesta soprattutto nell accettazione senza freni dei vocaboli della lingua inglese, anche quando esiste un semplice corrispettivo italiano: perfino un ministero dello Stato, quello competente nel campo delle politiche sociali, ha ormai assunto il nome corrente di ministero del Welfare .

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi