Intellettuale e società - Penne d’autore per i mass media

INTELLETTUALE e SOCIET Il secondo Novecento e gli anni Duemila Penne d autore per i mass media Al servizio dei partiti Nel dopoguerra, il ceto intellettuale torna a sentirsi protagonista di una stagione democratica ricca di aspettative. Giornali e periodici sono le palestre privilegiate per ospitare dibattiti culturali e politici, soprattutto nell area intellettuale prossima al Pci (ma non solo). Gli stessi partiti politici sono importanti poli di aggregazione culturale, i cui quadri sono spesso formati da personalità di alto profilo. Così, mentre il Neorealismo sollecita gli scrittori a occuparsi delle problematiche sociali, molti scrittori si assumono il compito di educare le masse, per renderle consapevoli del loro ruolo e prepararle alla rivoluzione, che si crede o si spera imminente. Le professioni editoriali Negli stessi anni, l ampliamento del pubblico dei lettori spinge le case editrici a promuovere collane economiche per fasce di popolazione prima escluse dalla fruizione letteraria. I libri tascabili della Bur (Biblioteca Universale Rizzoli), dell Universale Economica Feltrinelli e, a partire dal 1965, gli Oscar Mondadori raggiungono tirature eccezionali, formando così le piccole biblioteche private degli italiani di tutte le classi sociali. Pur senza abbandonare le professioni tradizionali, a partire dall insegnamento, molti intellettuali sono impegnati proprio come redattori e responsabili editoriali (Elio Vittorini e Italo Calvino, per esempio, sono per molti anni ispiratori delle collane della casa torinese Einaudi). L editoria di massa, inoltre, permette agli scrittori una maggiore visibilità: raramente il libro di qualità è premiato dal mercato (anche se non mancano eccezioni, la più clamorosa delle quali è rappresentata dal Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato postumo nel 1958), ma le mutate condizioni storico-culturali 1022 consentono comunque ai letterati di intrattenere un rapporto più diretto e più gratificante con la società. Giornali e nuovi mass media La letteratura non è più percepita come un attività indirizzata soltanto all élite colta, e lo scrittore riveste una funzione decisiva nell influenzare gusti e orientamenti dell opinione pubblica, talvolta non disdegnando di assumere posizioni scomode e provocatorie, capaci di cogliere acutamente i cambiamenti della società italiana (come fa in particolare un intellettuale poliedrico quale Pier Paolo Pasolini). In questo fenomeno ha grande incidenza la stampa quotidiana e periodica, in primo luogo quella di chiaro orientamento politico, che mette in campo le firme di maggiore prestigio a sostegno delle proprie iniziative e battaglie. Si tratta di una presenza massiccia e autorevole, al punto che una storia della letteratura italiana del secondo dopoguerra non può prescindere dallo studio attento di questo fenomeno. Gli scrittori continuano a collaborare alla terza pagina dei quotidiani come recensori di opere letterarie o come autori di racconti e novelle, ma si trasformano anche in reporter, inviati in Italia e nel mondo per realizzare inchieste o seguire eventi politici e sportivi (le Olimpiadi annoverano cronisti come Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini, il Giro d Italia viene commentato da scrittori quali Dino Buzzati, Vasco Pratolini, Alfonso Gatto, Anna Maria Ortese). Molti intellettuali, inoltre, trovano impiego nel cinema (tra gli altri, Vitaliano Brancati, Cesare Zavattini ed Ennio Flaiano sono sceneggiatori, oltre che scrittori), nella radio e nella televisione, che svolge una fondamentale funzione di servizio pubblico nel processo di alfabetizzazione e acculturazione del paese. «Apocalittici e «integrati : quale ruolo per i letterati di oggi? Dalla metà degli anni Sessanta, la trasformazione della società genera uno scenario completamente nuovo. Il ruolo della tecnologia e della scienza mette in discussione la funzione stessa della letteratura, privando di senso una prospettiva umanistica di tipo tradizionale. In che modo può configurarsi ancora l impegno intellettuale? Come può sopravvivere una coscienza critica in un mondo omologato? In un celebre saggio del 1964, Umberto Eco distingue gli intellettuali in «apocalittici e «integrati : i primi propugnatori di una pratica di avanguardia capace di costruire un arte che non scenda a compromessi con il sistema e rifiuti di integrarsi nel mercato che lo sostiene; i secondi disposti a sfruttare gli spazi democratici aperti dall informazione telematica. Negli ultimi decenni diviene poi chiaro che il confronto con la tecnica non può più avvenire all insegna di una dialettica oppositiva tra chi propugna visioni trionfalistiche del progresso e chi scaglia anatemi contro l alienazione, e si può così immaginare un ruolo per l intellettuale diverso sia da quello del guru dell high tech sia da quello del profeta di sventura. Dino Buzzati scrive un articolo come cronista del Giro d'Italia del 1949.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi