L’incomprensione iniziale
Nei confronti di Saba il mondo letterario mostra inizialmente un’aperta incomprensione. Estranea alle concezioni formali della poesia simbolista e decadente e alle soluzioni sperimentali promosse dalle avanguardie, la sua opera appare sin dall’esordio del tutto eccentrica rispetto alle direttrici principali della poesia coeva.
Perfino i Vociani, scelti da Saba come possibili compagni di strada per i suoi primi passi letterari, ne ridimensionano le ambizioni, giudicando la sua prima raccolta l’opera di un epigono dei Crepuscolari. L’atmosfera dimessa che vi si respira conduce un lettore avvertito quale Scipio Slataper a parlare di «poesia pallida e un po’ ansiosa come certe giornate primaverili d’autunno».