L’opera
Il canzoniere
Autobiografia in versi Per la profonda umanità dei contenuti e per la schiettezza della vena lirica Il canzoniere di Saba si colloca tra le maggiori creazioni della poesia italiana contemporanea. In esso, una visione della realtà dominata dal pessimismo e dal senso quasi fatalistico del dolore convive con l’amore per le persone care, con l’interesse per le creature più umili e con un’acuta attenzione per gli aspetti più minuti della vita.
Si tratta di un’opera autobiografica, che si risolve in un diario intimo, in una confessione dai toni medi, fra il cantato e il parlato, fra l’aulico e il popolaresco, fra echi leopardiani e ritmi facili e cantabili tipici del melodramma: un esperimento, anche sul piano stilistico e formale, del tutto originale.
Sotto l’apparente semplicità del testo si celano comunque contenuti complessi. Strumento essenziale per la comprensione della poesia di Saba è la psicanalisi, cui fa riferimento l’autore stesso nella sua Storia e cronistoria del Canzoniere, l’opera in cui analizza e commenta i propri versi. Come avviene nell’interpretazione psicanalitica delle dinamiche psicologiche, infatti, anche nelle liriche di Saba sono i dettagli che, emergendo dai quadretti idillici o addirittura dimessi in esse tratteggiati, diventano rivelatori delle pulsioni talvolta anche violente presenti nell’inconscio.
Il libro di una vita
L’idea e il titolo di una raccolta organica Fin dagli anni successivi alle prime pubblicazioni, Saba comincia a pensare a una raccolta organica dei suoi componimenti, in cui far confluire la sua intera opera poetica. La intitola, a partire dalla prima edizione del 1921, Il canzoniere, in omaggio certamente a Petrarca, ma anche al poeta romantico tedesco Heinrich Heine (1797-1856), delle cui liriche era uscita nel 1866 un’edizione italiana intitolata appunto Canzoniere, che Saba aveva letto e amato.
Il riferimento a Petrarca, in realtà, è allo stesso tempo un avvicinamento e una presa di distanza dal modello. Entrambi i Canzonieri costituiscono infatti un’attenta analisi del mondo interiore dell’autore, ma se il poeta trecentesco aveva offerto con i suoi versi un’immagine stilizzata della realtà e dei sentimenti, Saba, al contrario, canta l’esistenza nella sua dimensione concreta e quotidiana, con tutte le imperfezioni e le contraddizioni che la caratterizzano.
Una seconda edizione del Canzoniere, dopo quella del 1921, esce nel 1945, mentre nel 1961, dopo alcune altre, viene pubblicata postuma l’edizione definitiva (cui faremo riferimento in questa unità): ciò testimonia come Saba abbia lavorato al suo capolavoro, rivedendolo e correggendolo, per tutta la vita.
Volume |
Date di composizione |
Volume primo |
1900-1920 |
Poesie dell’adolescenza e giovanili |
1900-1907 |
Versi militari |
1908 |
Casa e campagna |
1909-1910 |
Trieste e una donna |
1910-1912 |
La serena disperazione |
1913-1915 |
Poesie scritte durante la guerra |
senza data |
Tre poesie fuori luogo |
senza data |
Cose leggere e vaganti |
1920 |
L’amorosa spina |
1920 |
Volume secondo |
1921-1932 |
Preludio e canzonette |
1922-1923 |
Autobiografia |
1924 |
I prigioni |
1924 |
Fanciulle |
1925 |
Cuor morituro |
1925-1930 |
L’uomo |
1928 |
Preludio e fughe |
1928-1929 |
Il piccolo Berto |
1929-1931 |
Volume terzo |
1933-1954 |
Parole |
1933-1934 |
Ultime cose |
1935-1943 |
1944 |
senza data (ma 1944) |
Varie |
senza data |
Mediterranee |
1945-1946 |
Epigrafe |
1947-1948 |
Uccelli |
1948 |
Quasi un racconto |
1951 |
Sei poesie della vecchiaia |
1953-1954 |
I temi
Un “romanzo” autobiografico La struttura diaristica del Canzoniere è coerente con la natura autobiografica dei testi che lo compongono. Si può dire che Saba non parli che di sé stesso, anche quando racconta degli altri, delle cose, del mondo che lo circonda, guardato sempre a partire da un forte punto di vista personale e, soprattutto, sempre in relazione al proprio io.
L’autore racconta la propria vita come in una sorta di romanzo, che ha i suoi personaggi: la nutrice, la madre, la zia, i compagni di scuola, il padre, le fanciulle e i giovani uomini, la moglie, gli “altri”; e i suoi nuclei narrativi essenziali: la ricostruzione dell’infanzia, il conflitto padre-madre, l’amore per la moglie Lina, la contemplazione della natura e degli animali, il rapporto con i luoghi e in particolare con Trieste.
Interpretazione e autointerpretazione Nel 1948, giudicando insufficiente l’attenzione della critica nei suoi confronti, Saba pubblica un testo in prosa dal titolo Storia e cronistoria del Canzoniere, un singolare autocommento alla propria opera, in cui rivela le occasioni compositive, chiarisce i riferimenti a episodi e stati d’animo che altrimenti non potrebbero per altra via essere noti al lettore, illustra il significato di alcune espressioni.
Un’analisi sistematica e così approfondita del proprio lavoro creativo da parte di un autore è un esempio unico nella letteratura italiana del Novecento (e che fa piuttosto pensare al Dante della Vita nuova e del Convivio, in cui egli spiegava, attraverso i brani in prosa, il senso delle proprie liriche). Non sempre, tuttavia, l’auto-esame critico del poeta è il più corretto: non solo perché al lettore, che pure non può prescindere dall’aderenza ai dati testuali, va garantita una certa libertà di interpretazione, ma anche perché Saba, di proposito o meno, dissemina la sua Storia e cronistoria di informazioni talora errate o comunque inaffidabili. Si tratta dunque di un documento prezioso ma non sufficiente per l’interpretazione della sua opera poetica.
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi