Giacché mi fa male non fumerò mai più, ma prima voglio farlo per l’ultima volta
(La coscienza di Zeno)
Giacché mi fa male non fumerò mai più, ma prima voglio farlo per l’ultima volta
(La coscienza di Zeno)
Nato e vissuto a Trieste, città di confine e luogo d’incontro di culture differenti, Italo Svevo ha trasformato in una risorsa l’estraneità ai circoli intellettuali e alle mode letterarie del suo tempo. Questo colto autodidatta, descritto dalle biografie come un borghese dedito alla famiglia e agli affari, ha esplorato la sfuggente realtà della vita con ironica consapevolezza.
Insieme a quella di Pirandello, l’opera di Svevo si inserisce nella corrente del romanzo d’analisi europeo, che indaga la malattia e la crisi che travolgono le certezze dell’uomo moderno, addentrandosi nella psicologia dei personaggi senza tuttavia l’obiettivo di offrire rimedi o consolazione. Svevo non vuole riscattare gli individui dalle loro insicurezze, anzi, affila le armi della critica e dell’ironia, dando di essi un’immagine per nulla edificante.
Quest’uomo comune, esaminando sé stesso, ha messo a nudo impietosamente le contraddizioni e le mediocrità di ognuno di noi.
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi