T6 - Lavandare

T6

Lavandare

Il titolo del componimento lascerebbe pensare alla descrizione di un lavoro o di una scena agreste. Qui invece la tessitura sonora e i particolari elencati creano ulteriori suggestioni e alludono a significati simbolici.


Metro
Madrigale, formato da 2 terzine e 1 quartina di endecasillabi.
 Asset ID: 118993 (let-altvoc-lavandare-myricae100.mp3

Audiolettura

Nel campo mezzo grigio e mezzo nero

resta un aratro senza buoi, che pare

dimenticato, tra il vapor leggiero.


E cadenzato dalla gora viene

5      lo sciabordare delle lavandare

con tonfi spessi e lunghe cantilene.


Il vento soffia e nevica la frasca,

e tu non torni ancora al tuo paese!

quando partisti, come son rimasta!

10    come l’aratro in mezzo alla maggese.

Analisi ATTIVA

I contenuti tematici

In un giorno autunnale il poeta contempla un paesaggio campestre e percepisce dai rumori la presenza, lungo le rive di un vicino canale, di alcune lavandaie (lavandare è il termine popolare toscano). Sono i tonfi dei panni immersi nell’acqua e sbattuti sulle sponde della gora (v. 4), ma soprattutto il triste canto delle donne, che Pascoli trascrive quasi letteralmente da una raccolta di canti tradizionali marchigiani. Il motivo è tipico di molti stornelli popolari: il lamento di una donna abbandonata dall’amato, che è partito lasciandola sola e sconsolata.


1 Attribuisci un breve titolo a ciascuna delle tre strofe del testo.


Strofa 1

 

Strofa 2

 

Strofa 3

 

 >> pagina 363

La rappresentazione è però solo in apparenza descrittiva: essa costituisce la proiezione di uno stato d’animo e di una condizione interiore. Le parole malinconiche della canzone chiariscono infatti il senso simbolico delle immagini presenti nel componimento: l’aratro abbandonato, il campo arato per metà e solitario, senza buoi e senza uomini, e la nebbia leggera rimandano a un’idea di privazione e di mancanza, nonché di attesa rassegnata. L’autunno della natura, ben oltre un semplice intento realistico, sembra alludere a una pena esistenziale.


2 Quale elemento distingue le due parti del campo, quella arata e quella non arata?


3 Che cosa accomuna l’aratro in mezzo al campo e quello della canzone?

Le scelte stilistiche

Il gioco dei valori fonici delle parole è funzionale alla resa delle immagini meste, oltre che al raggiungimento di suggestivi risultati musicali. Mentre la prima terzina (vv. 1-3) sviluppa impressioni di carattere visivo, scandite mediante lente cadenze e pause forti, che conferiscono ai versi un ritmo malinconico, nella seconda terzina (vv. 4-6) prevalgono le sensazioni uditive, particolarmente sollecitate dall’utilizzo di vocaboli fonosimbolici: cadenzato, gora, sciabordare, lavandare, tonfi spessi, lunghe cantilene. Infine la quartina (vv. 7-10) rovescia l’ordine sensoriale, registrando prima i dati uditivi e poi quelli visivi, e accentua al contempo il tono cantilenante, tipico dei canti popolari.


4 Individua nel testo tutti i termini che afferiscono all’area semantica dei suoni, distinguendoli tra sostantivi e aggettivi.


5 Inserisci nella tabella i vocaboli collegati alla sfera visiva e a quella uditiva.


 Sfera visiva Sfera uditiva


 
   
   


 


 

Nel complesso tutta la poesia acquista, grazie alle figure retoriche sintattiche e foniche, un andamento lento che sembra riprodurre la ripetitività monotona e un po’ stanca del lavoro delle lavandaie: la presenza di enjambement (pare / dimenticato, vv. 2-3), chiasmi (tonfi spessi e lunghe cantilene, v. 6), allitterazioni (in r e t: resta… aratro, v. 2; in l e n: lunghe cantilene, v. 6), assonanze (aratro… dimenticato, vv. 2-3) e termini onomatopeici (sciabordare, v. 5) alimenta quell’atmosfera di evocazione e sospensione emotiva tipica dell’arte pascoliana.


Fornisci lo schema delle rime.


7 Rintraccia la similitudine presente nel testo e spiega perché essa fornisce la chiave interpretativa dell’immagine iniziale della poesia.

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi