I testi

I testi

Temi e motivi delle poesie antologizzate

T5

Arano

l’idillio pittoresco dell’autunno

l’armonia della vita campestre

T6

Lavandare

il motivo autunnale malinconico

il paragone con l’abbandono affettivo

T7

Sorella

la descrizione affettuosa di Maria

il senso del calore familiare

T8

X Agosto

il dramma dell’assassinio del padre

la riflessione sul male

T9

L’assiuolo

il motivo funebre

gli elementi impressionistici della descrizione

T10-11-12

Temporale

Il lampo

Il tuono

gli stati d’animo di attesa e angoscia prima dello scatenarsi dei fenomeni naturali

la rassicurante protezione del calore domestico

T13

Novembre

l’ultimo guizzo di calore che preannuncia il freddo dell’inverno e della morte

T5

Arano

Scritta nel 1885, la poesia compare già nella prima edizione, del 1891, di Myricae. Essa descrive una scena di vita nei campi: prima il lavoro paziente dei contadini in un paesaggio autunnale, poi l’osservazione degli uccelli che spiano i gesti degli aratori, pregustando il piacere di beccare i semi appena sparsi sul terreno.


Metro 2 terzine di endecasillabi seguite da 1 quartina, anch’essa di endecasillabi, con schema di rime ABA CBC DEDE.

Al campo, dove roggio nel filare

qualche pampano brilla, e dalle fratte

sembra la nebbia mattinal fumare,


arano: a lente grida, uno le lente

5      vacche spinge; altri semina; un ribatte

le porche con sua marra paziente;


ché il passero saputo in cor già gode,

e il tutto spia dai rami irti del moro;

e il pettirosso: nelle siepi s’ode

10     il suo sottil tintinno come d’oro.

 >> pagina 361

Dentro il TESTO

I contenuti tematici

Un paesaggio campestre in autunno viene descritto dall’autore in tre diverse prospettive, che corrispondono alle tre brevi strofe della poesia: lo sguardo si posa prima sul campo coperto dalla nebbia ma acceso dal rosso vivo delle ultime foglie di vite, poi sulle diverse attività dei contadini; infine l’attenzione è catturata dalla presenza degli uccelli. Il poeta seleziona solo alcuni aspetti della realtà osservata, costruendo un quadretto personale per accumulo di particolari minuti contenuti in spazi diversi: l’occhio del «fanciullino», infatti, cerca nella serenità dell’idillio agreste gli spunti emozionali per trovare quiete oltre il male e lo sgomento. Non a caso Pascoli «sembra volutamente lasciare in un alone sfumato le figure umane al lavoro (la presenza di queste è soltanto segnalata da verbi privi di soggetto, a cominciare dal titolo: arano, v. 4; spinge, semina, ribatte, v. 5), per mettere invece a fuoco i passeri, quelle piccole creature astute che già godono in cuor loro della provvidenziale opera degli agricoltori» (Ciani, Latini).

Le scelte stilistiche

Questo componimento evidenzia come sia decisamente nuovo il modo con cui Pascoli coglie e rappresenta gli aspetti della natura, nel contatto diretto con la realtà descritta ma sempre a partire dalla propria sensibilità e prescindendo invece dal peso di una cultura libresca e letteraria in senso tradizionale. Il poeta si immerge completamente nella vita campestre, simpatizzando con i suoi “attori” (i contadini che lavorano i campi con secolare pazienza) e addirittura con gli uccelli, che anzi finiscono quasi per diventare i protagonisti del quadretto, poiché è come se nell’ultima strofa la scena fosse osservata dal loro punto di vista.

Per quanto riguarda il periodare, il testo presenta una caratteristica tipica della poesia pascoliana, vale a dire lo sgretolamento della sintassi: le frasi sono brevi, la paratassi* prevale decisamente sull’ipotassi*, spesso i singoli versi sono spezzati al loro interno dalla punteggiatura. Di fatto la lirica può essere letta come un unico periodo, ma continuamente spezzato da congiunzioni coordinanti e da segni di interpunzione (virgola, punto e virgola, due punti). Non si tratta tuttavia di uno stile prosastico, poiché numerosi iperbati* garantiscono la poeticità del testo.

L’assenza di rapporti gerarchici tra le frasi determina un’organizzazione dei contenuti in cui tutti gli aspetti rappresentati sono posti come sullo stesso piano, simultanea­mente presenti e cooperanti a un’unica, ampia visione d’insieme.

Verso le COMPETENZE

Comprendere

1 Fai la parafrasi della lirica.


2 Perché il poeta scrive che il passero in cor già gode (v. 7)?


3 Dove si trova il pettirosso?

Analizzare

4 Individua un’allitterazione nella prima terzina.


5 Al v. 6 si identifica la marra con l’aggettivo paziente. Di quale figura retorica si tratta?

  • a Endiadi. 
  • b Paronomasia.
  • c Ipallage.
  • d  Anastrofe.


6 Segnala gli iperbati presenti nel testo.


7 In quali strofe prevale la coordinazione per asindeto e in quali quella per polisindeto?


8 Trova nel testo alcuni esempi di fonosimbolismo.


9 Elenca i colori del paesaggio espressi o suggeriti dal poeta.

Interpretare

10 Che cosa suggerisce, sul piano dei significati, la ripetizione dell’aggettivo lente al v. 4?


11 Quale effetto produce l’isolamento del verbo arano a inizio del v. 4?

Il tesoro della letteratura - volume 3
Il tesoro della letteratura - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi