3 - La militanza civile

Giacomo Leopardi in sintesi Sebbene Leopardi non partecipi attivamente al dibattito politico e letterario del suo tempo, la sua posizione, espressa in prose e in versi, è chiara: contro il conformismo e l ipocrisia dell ideologia dominante che esalta «le magnifiche sorti e progressive dell umanità egli sostiene la centralità della letteratura quale maestra di civiltà. Nel suo isolamento rispetto a gruppi e circoli letterari, Leopardi non esita a manifestare un aspra contrapposizione, anche con accenti satirici. Leopardi si autodefinisce «malpensante per contrapporsi a coloro che, benpensanti e perbenisti, definisce «i nuovi credenti , ingenui sostenitori dei miti del progresso e di mistificanti visioni ottimistiche e positive dell esistenza umana. 3 La militanza civile Vivere la propria epoca: l impegno civile leopardiano Abbiamo visto come Leopardi partecipi attivamente alla discussione tra Classicisti e Romantici: un esperienza, questa, che già permette di sfatare il luogo comune dell isolamento culturale del poeta, passivo e individualistico spettatore del proprio tempo. Le pagine del Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica non rappresentano però soltanto una presa di posizione all interno di un dibattito letterario; sono, invece, la spia di una passione ardente, etica e civile, che anima nel suo complesso la personalità di Leopardi. Dagli appunti dello Zibaldone ai versi giovanili delle canzoni patriottiche fino al testamento spirituale contenuto nella Ginestra ( T20, p. 979), egli resta legato con fermezza a un idea nobile, morale e civile della letteratura come maestra di civiltà, a cui ancorarsi per difendersi dal conformismo e dalla manipolazione delle coscienze operati da una produzione culturale che appare ai suoi occhi ipocrita e illusoria nel veicolare facili entusiasmi di tipo progressista. L isolamento di un uomo politicamente scorretto Leopardi è indubbiamente eccentrico rispetto al cosiddetto ceto letterario del proprio tempo e ai miti che esso alimenta: ciò spiega perché il suo impegno intellettuale non si traduca mai in una diretta adesione ad alcun progetto collettivo di militanza ideologica. Egli rimane sempre estraneo a gruppi e a circoli culturali, anche quando entra in contatto con letterati che vorrebbero cooptarlo all interno di un partito, di uno schieramento politico o di uno specifico progetto culturale: così avviene per esempio a Firenze, quando il poeta si rifiuta di scrivere per la rivista Antologia del pur stimato Vieusseux, poiché non ne condivide l ottimismo riformista. Anzi, proprio la frequentazione di questi sodalizi accresce il suo rifiuto nei loro confronti, apertamente pronunciato con accenti satirici e talvolta di aspra contrapposizione. Il sarcasmo di un «malpensante Molteplici sono i bersagli della vena sarcastica di Leopardi, che legge criticamente gli eventi prerisorgimentali mediante la satira politica dei Paralipomeni della Batracomiomachia, demolisce i miti del progresso rivendicati dagli amici fiorentini, indirizzando a uno di essi una Palinodia al marchese Gino Capponi e ridicolizza coloro che definisce, nell omonimo componimento, «i nuovi credenti , vale a dire gli intellettuali napoletani animati da un fiducioso spiritualismo cattolico. Ad accomunare tutte queste illusorie posizioni ideologiche vi sono per Leopardi che nei Paralipomeni si autodefinisce «malpensante , nemico cioè di benpensanti e perbenisti la fede ingenua nelle possibilità dell intelletto umano e l ottimismo illuministico che esaltava un ineluttabile destino di felicità per tutti. Tutte le visioni positive dell esistenza umana si fondano, a suo giudizio, su una pietosa ma riprovevole tendenza all autoinganno e alla mistificazione: un atteggiamento, questo, che il poeta compatisce e che lo porta a sorridere amaramente «del genere umano innamorato della vita (come scrive nell operetta morale Dialogo di Tristano e di un amico). Gino Capponi con alcuni membri del Parlamento Italiano, incisione, XIX sec. 905

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento