Il tesoro della letteratura - volume 2

Il romanzo in Europa e in Italia 240 245 250 255 260 265 Quando raggiunse al galoppo la scorta: «Ah! ci porti da bere! , esclamò il maresciallo d alloggio, «per questo disertavi? Da qua! . La bottiglia circolò; l ultimo che la prese la gettò in aria dopo aver bevuto. «Grazie, camerata! , gridò a Fabrizio. Tutti gli occhi lo guardarono con benevolenza. Quegli sguardi tolsero un peso di cento libbre di sul cuore a Fabrizio: era uno di quei cuori di fabbrica troppo fine26 che hanno bisogno dell amicizia di quelli che li circondano. Finalmente non era più malvisto dai compagni, c era unione tra di loro! Fabrizio respirò profondamente, poi, con una voce libera, disse al maresciallo d alloggio: «E se il capitano Teulier è stato ucciso, dove potrò raggiungere mia sorella? . Si credeva un piccolo Machiavelli27 a dire così bene Teulier invece di Meunier. «Lo saprete stasera , gli rispose il maresciallo d alloggio. La scorta ripartì e si portò verso alcune divisioni di fanteria. Fabrizio si sentiva del tutto ubbriaco; aveva bevuto tropp acquavite, non era ben fermo in sella: si ricordò molto a proposito una frase che ripeteva il cocchiere di sua madre: «Quando s è alzato il gomito, bisogna guardare tra gli orecchi del proprio cavallo, e fare come fa il vicino . Il maresciallo si fermò a lungo presso molti corpi di cavalleria che fece andare alla carica; ma per un ora o due il nostro eroe non ebbe coscienza di quello che accadeva intorno a lui. Si sentiva molto stanco, e quando il suo cavallo galoppava ricadeva sulla sella come un pezzo di piombo. A un tratto il maresciallo d alloggio gridò ai suoi uomini: «Non vedete dunque l Imperatore, sacr ! . Subito la scorta gridò a squarciagola: Viva l Imperatore! Si può pensare se il nostro eroe guardò con tanto d occhi, ma non vide che dei generali che galoppavano seguiti, anche loro, da una scorta. Le lunghe criniere pendenti che portavano agli elmi i dragoni del seguito gl impedirono di distinguere i volti. Così, non ho potuto vedere l Imperatore sopra un campo di battaglia, per quei maledetti bicchieri d acquavite! . Questa riflessione lo svegliò del tutto. 26 di fabbrica troppo fine: di indole trop- po delicata. 27 un piccolo Machiavelli: un astuto si- mulatore, alludendo al fatto che Fabrizio aveva detto Meunier, mentre era stato il maresciallo d alloggio a fare il nome di Teulier. Con astuta prontezza adesso Fabrizio fa proprio il nome di Teulier fingendosi suo parente. Dentro il TESTO Dai sogni alla realtà I contenuti tematici Preso dall eccitazione, Fabrizio non capisce quasi niente di quanto gli accade attorno, come dice esplicitamente il narratore (non ci capiva nulla, r. 178). Tutto assorbito nelle sue aspirazioni eroiche, vorrebbe dare prova di valore militare, ma è travolto dalla confusione del campo di battaglia, dal quale si alzano le grida dei feriti, mentre passano il generale Ney e lo stesso Napoleone. I suoi comportamenti sono incerti e goffi, tanto che a un certo punto non si accorge neppure di aver preceduto gli stessi comandanti (Fabrizio s accorse di essere a venti passi sulla destra innanzi ai generali, e precisamente dalla parte dove guardavano con i loro binocoli, rr. 147-149). Le fantasie eroiche del giovane si scontrano così con l esperienza diretta e con l orrore della violenza, del sangue e della morte, in una rappresentazione dai tratti ben lontani da ogni idealizzazione e per certi versi addirittura tragicomici, in cui il narratore non risparmia al suo personaggio una certa dose di ironia (Confesseremo che il nostro eroe era 697

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento