Il tesoro della letteratura - volume 2

Il primo Ottocento 25 30 35 40 45 50 55 60 65 La vivandiera mi crederà un vile , si diceva con amarezza. Ma sentiva l impossibilità di fare un movimento: sarebbe caduto. Fu un momento spaventevole; Fabrizio fu sul punto di svenire addirittura. La vivandiera se ne accorse, saltò prestamente4 giù dalla piccola vettura, e gli presentò senza dir parola un bicchiere d acquavite che egli bevve d un tratto;5 poté risalire sul suo ronzino, e continuò la strada senza parlare. La vivandiera lo guardava di tanto in tanto colla coda dell occhio. «Ti batterai domani, piccino mio , gli disse finalmente, «oggi resterai con me. Lo vedi che devi imparare il mestiere di soldato . «Al contrario, voglio battermi subito , gridò il nostro eroe con aspetto cupo, che alla vivandiera sembrò di buon augurio. Il rumore del cannone raddoppiava e pareva avvicinarsi. I colpi cominciavano a formare come un accompagnamento di basso continuo; non erano separati da alcun intervallo, e su questo basso continuo che ricordava il rumore d un torrente lontano si distinguevano molto bene i fuochi di plotone. In quel momento la strada s internava in un ciuffo d alberi. La vivandiera vide tre o quattro soldati dei nostri che venivano verso di lei a gambe levate; saltò prestamente giù dalla vettura e corse a nascondersi a quindici o venti passi dalla strada. Si rannicchiò in una buca restata al posto dove era stato da poco divelto un grand albero. Dunque , si disse Fabrizio, ora vedrò se sono un vile! . Si fermò presso la piccola vettura abbandonata dalla cantiniera e sguainò la sciabola. I soldati non badarono a lui e passarono correndo lungo il bosco, a sinistra della strada. «Son dei nostri , disse tranquillamente la vivandiera tornando tutt ansante verso la sua piccola vettura «Se il tuo cavallo fosse capace di galoppare, ti direi: spingiti innanzi fino alla fine del bosco, vedi se c è qualcuno nel piano . Fabrizio non se lo fece dire due volte, strappò un ramo a un pioppo, lo sfrondò e prese a battere con tutta forza il suo cavallo; il ronzino si mise per un istante al galoppo, poi tornò al suo trotterello6 abituale. La vivandiera aveva messo il suo cavallo al galoppo. «Fermati dunque, fermati! , gridava a Fabrizio. Presto tutti e due furono fuori del bosco. Arrivando all orlo del piano sentirono un fracasso spaventevole, il cannone e la moschetteria7 tuonavano da tutti i lati, a destra, a sinistra, dietro. E siccome il gruppo d alberi da cui uscivano occupava una collinetta elevata otto o dieci braccia sul piano, scorsero abbastanza bene un angolo della battaglia; ma infine non c era nessuno nel prato di là dal bosco. Il prato era cinto, a mille passi di distanza, da un lungo filare di salici foltissimi; sopra i salici appariva un fumo bianco, che qualche volta si elevava a spirale nel cielo. «Se soltanto sapessi dov è il reggimento! , diceva la cantiniera imbarazzata. «Non dobbiamo attraversare in linea retta questo gran prato. A proposito, tu, disse a Fabrizio, se vedi un soldato nemico, non perder tempo a dargli sciabolate, infilzalo addirittura . In quel momento la vivandiera scorse i quattro soldati di cui abbiamo parlato: sbucavano dal bosco nel piano a sinistra della strada. Uno di essi era a cavallo. «Ecco il fatto tuo , essa disse a Fabrizio. «Olà, oh! , gridò a quello ch era a cavallo, «vien qui dunque a bere l acquavite . I soldati si avvicinarono. 4 prestamente: rapidamente, veloce- mente. 692 5 d un tratto: tutto d un fiato. 6 trotterello: trotto lento. 7 moschetteria: si riferisce agli spari dei numerosi moschetti.

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento