Il tesoro della letteratura - volume 2

Il primo Ottocento Dentro il TESTO La plebe cittadina I contenuti tematici Al pari della Ninetta e del Marchionn, protagonisti degli altri monologhi scritti da Porta, il Bongee appartiene alla plebe cittadina. Non ci troviamo dunque nel contesto preferito dagli scrittori italiani, che, quando rivolgevano il loro occhio sul popolo, guardavano soprattutto ai contadini, ora per satireggiarne la rozzezza, ora per esaltare i loro sani costumi e la devozione religiosa. Né Porta riprende tradizionali maschere pittoresche, come quella del servo o del mendicante. L attenzione romantica ai ceti popolari conduce invece sotto i riflettori tre popolani operosi e disgraziati, costretti a cavarsela da soli e a fare i conti con la malizia e l indifferenza del prossimo. Ad aiutarli nel fronteggiare le sopraffazioni non ci sono una comunità solidale, una famiglia affettuosa, una rete di amici, un sacerdote o le forze dell ordine. Nei poemetti di Porta fa il suo ingresso nella letteratura italiana il disagio della modernità urbana. Una comune umanità La scelta di far parlare direttamente il suo eroe, senza interventi di un narratore esterno, consente a Porta di evitare il rischio del paternalismo populista. I destinatari, ovvero i membri della classe dirigente milanese, sono chiamati a divertirsi ma anche a riflettere sulle dinamiche sociali inscenate e sulle psicologie tutt altro che grossolane. Certo non manca l ironia nei confronti di Giovannin; d altra parte la rappresentazione del popolo operata da Porta si fonda sul fatto di mettere in rilievo una comune umanità, a prescindere dalle differenze di classe. Sotto la vernice del comico Il profilo del Bongee, più di altri, deve molto al filone della poesia farsesca. Le scene comiche hanno un ruolo primario nelle Desgrazzi, nascendo dallo scarto fra il coraggio vantato di fronte all interlocutore, il Lustrissem, e la realtà di paura e codardia che il racconto lascia intravedere: e mì sott cont on anem de lion, / e lu tonfeta! on olter scopazzon (vv. 131-132). La disavventura di Giovannin, strigliato da una ronda notturna, sarà tenuta presente da Manzoni nel tratteggiare l incontro di don Abbondio con i bravi. Ma mentre Porta descrive una scena di vita urbana contemporanea, con un artigiano stanchissimo vessato al ritorno dal lavoro, l autore dei Promessi sposi racconta di un sacerdote a spasso in campagna, nel Seicento. In entrambi i casi sotto la vernice della commedia c è il motivo serissimo delle ingiustizie patite da un cittadino inerme alle prese con il potere: privato, nel caso dei bravi; pubblico, nel caso della ronda. Angelo Inganni, Il coperto dei Figini, 1842. Milano, Palazzo Morando. 666

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento