Il tesoro della letteratura - volume 2

Il primo Ottocento in sintesi I conflitti interiori e la tensione spirituale sono le tematiche della lirica, genere romantico per eccellenza. In Italia i protagonisti sono Ugo Foscolo (ancora legato a modelli tradizionali) e Giacomo Leopardi (malgrado l adesione al Classicismo). Gli altri autori interpretano con versi di maniera il gusto romantico dell espressione dell io, unendo l elemento spirituale al tema civile e politico, come accade a Giovanni Berchet e a Niccolò Tommaseo. A metà Ottocento prevale il sentimentalismo (come in Aleardo Aleardi) e l intimo vittimismo (come in Giovanni Prati). La poesia civile del Risorgimento esalta la libertà e l indipendenza nazionale. Con un linguaggio popolare e una metrica orecchiabile, punta a trasmettere la passione politica. Il principale lirico patriottico è Giovanni Berchet. La lirica I motivi della lacerazione della coscienza, del conflitto tra realtà e aspirazioni ideali del singolo e della tensione spirituale che ne deriva costituiscono gli argomenti principali del genere romantico per eccellenza, la lirica. Come accade nella grande produzione romantica europea da Friedrich H lderlin (1770-1843) e Heinrich Heine (1797-1856) in Germania, ad Alphonse de Lamartine (1790-1869) e Victor Hugo (1802-1885) in Francia, fino a George Byron (1788-1824), John Keats (1795-1821) e Percy Bysshe Shelley (1792-1822) in Inghilterra essa permette all individuo di dare voce ai propri sentimenti con strumenti comunicativi personali. In Italia, in realtà, ciò accade solo nell opera di Ugo Foscolo, peraltro ancora debitrice dei modelli tradizionali, e in quella di Giacomo Leopardi, a dispetto della sua adesione al Classicismo. Gli altri autori interpretano la tendenza romantica all espressione dell io con una versificazione di maniera, dove l elemento spirituale è spesso intrecciato a quello civile e politico, come accade nell opera di Giovanni Berchet e di Niccolò Tommaseo (1802-1874). Verso la metà del secolo, esauritasi la spinta autentica e rinnovatrice del Romanticismo, si accentua la ricerca di un certo sentimentalismo: toni patetici e languidi caratterizzano una produzione lirica che ha in Aleardo Aleardi (1812-1878) il suo esponente di punta. Una vena di intimo vittimismo pervade invece i versi di Giovanni Prati (1815-1884), che anticipa, nel suo lungo percorso letterario, temi e toni sviluppati poi dal Decadentismo. La poesia patriottica La libertà e l indipendenza nazionale sono al centro della poesia civile risorgimentale. Si tratta di un filone non sempre assistito, sul piano formale, da adeguata qualità e cura formale, essendo esse subordinate all esigenza di testimoniare una forte passione politica e di raggiungere, attraverso un linguaggio popolare e forme metriche cantabili, un pubblico più ampio di quello tradizionale. Tracce significative di coscienza risorgimentale o prerisorgimentale sono evidenti in Leopardi e Manzoni, ma il maggior lirico patriottico è Giovanni Berchet, affiancato da una nutrita schiera di fautori dell unificazione: tra gli altri, Arnaldo Fusinato (1817-1888), Luigi Mercantini (1821-1872), Goffredo Mameli (1827-1849) e Alessandro Poerio (1802-1848). Nel primo Ottocento la poesia dialettale dà voce al mondo popolare. Carlo Porta e Giuseppe Gioachino Belli usano il milanese e il romanesco per rappresentare la quotidianità dei ceti più umili. Meno interessante è la poesia vernacolare toscana di Giuseppe Giusti, scritta in un italiano con marcate inflessioni locali e caratterizzata dall intento satirico. La poesia dialettale e vernacolare Il ricorso al dialetto nella produzione in versi non è una novità assoluta nella tradizione letteraria italiana, ma nel primo Ottocento si configura come un cosciente avvicinamento al mondo popolare e al suo registro stilistico. Maggiore e notevole è inoltre la qualità letteraria dei due massimi interpreti di questo filone, Carlo Porta (1775-1821) e Giuseppe Gioachino Belli (1791-1863), che impiegano rispettivamente il dialetto milanese e quello romanesco per rappresentare la vita materiale dei ceti più umili, senza retorica e dal basso , con un punto di vista non paternalistico. Meno radicale risulta invece la poesia vernacolare del toscano Giuseppe Giusti (1809-1850), che non rinuncia all italiano, ma ne presenta una versione fortemente segnata dall uso locale, con una schietta e vivace disposizione alla satira. Restano vivi il poema (come Dei Sepolcri di Foscolo) e il poemetto mitologico, ancora influenzato dal gusto neoclassico. La sensibilità romantica trova espressione piuttosto in generi che uniscono poesia e narrazione: la novella in versi che tratta di amori infelici, o la ballata o romanza ambientata in pittoresche cornici medievali. Gli altri generi poetici All inizio del secolo, l impegno civile si realizza mediante lo strumento del poema (basti ricordare il capolavoro di Foscolo, il carme Dei Sepolcri); sopravvivono inoltre suggestioni espressive tipicamente neoclassiche, come quelle legate al poemetto mitologico (l esempio più significativo è sempre foscoliano ed è costituito dalle Grazie). In ambito prettamente romantico, invece, si afferma una tendenza che unisce la poesia alla narrazione: abbiamo così la novella in versi (massimo interprete ne è Tommaso Grossi, 1790-1853), che racconta vicende di amori infelici in ottave o in endecasillabi sciolti; oppure la ballata o romanza (gli autori di maggiore rilievo sono Berchet e Luigi Carrer, 1801-1850), che conduce il lettore in cerca di evasione in pittoreschi ambienti medievali, popolati da cavalieri e dame alle prese con avventure e vicende sentimentali. 510

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento