Intellettuale e società - Dalle corti alle case editrici

L epoca e le idee INTELLETTUALE e SOCIET Dalle corti alle case editrici Il tramonto del letterato cortigiano L ultima incarnazione della figura del poeta-cortigiano era stato Vincenzo Monti, a cavallo tra Settecento e Ottocento. Criticando con forza la sua disponibilità a servire potenti diversi, secondo le circostanze e il tornaconto personale, lo studioso Francesco De Sanctis gli attribuirà il poco gratificante titolo di «segretario dell opinione dominante . Tanta irritazione verso tale servilismo si spiega forse con l evoluzione del ruolo dell intellettuale, maturata nell Ottocento in conseguenza delle trasformazioni politiche e sociali verificatesi in Italia. Da patriota e da Romantico propenso ad assegnare una funzione civile all arte, De Sanctis vedrà nell atteggiamento di Monti una concezione della letteratura e dell artista ormai superata. La nuova fisionomia dell intellettuale penisola comincia ad affermarsi la figura del letterato borghese che non vive più di rendita, ma deve assicurarsi un reddito con il proprio lavoro. Lo sviluppo dell editoria Le maggiori possibilità di sostentamento derivano da un primo, parziale allargamento del mercato editoriale, che, per quanto ancora modesto a causa dell elevato analfabetismo, vede tuttavia una certa crescita del pubblico dei lettori. Gli editori, un tempo semplici stampatori, si trasformano in veri e propri imprenditori all interno di un mercato più concorrenziale, che accoglie prodotti differenziati, ora rivolti anche alla piccola e media borghesia. Aumenta il numero delle collane di classici in edizione economica, sono incentivate le antologie e le traduzioni; sulla scia dei successi del feuilleton francese, vengono pubblicati i primi romanzi d appendice, il genere popolare per eccellenza, che regala al pubblico emozioni e avventure. Si In effetti, l immagine del letterato integrato nelle tradizionali istituzioni culturali la corte e l accademia può dirsi, nel primo Ottocento, tramontata. Ciò non significa che il potere politico rinunci a orientare e a condizionare la produzione artistica; tuttavia, nuovi referenti entrano in rapporto con il lavoro intellettuale: non più soltanto sovrani, mecenati o ecclesiastici, ma la comunità sempre più ampia del pubblico borghese. Anche l estrazione sociale dell intellettuale muta sensibilmente: sebbene, soprattutto in Italia, la pratica della scrittura e l educazione culturale siano diffuse prevalentemente in ambiente nobiliare (Leopardi e Manzoni, per citare gli esempi più noti, nascono in famiglie ari- Tommaso Minardi, Autoritratto nella soffitta, stocratiche), anche nella nostra 1813 ca. Firenze, Galleria degli Uffizi. assiste inoltre, come abbiamo visto, alla fioritura dei periodici, che acquistano una funzione rilevante nella promozione culturale e nel dibattito politico. La difficoltà di vivere di letteratura La tutela della proprietà intellettuale il diritto d autore non è però ancora stabilita per legge, e gli scrittori non riescono a impedire il proliferare di edizioni non approvate. Questa situazione rende impossibile vivere soltanto grazie all attività editoriale, e richiede inevitabilmente il mantenimento di un impiego più sicuro, come la libera professione o l insegnamento (non più esclusivamente nelle strutture ecclesiastiche, ma anche nei primi istituti statali, creati a ridosso dell unificazione nazionale). Lettere e mercato: un rapporto ambiguo Il più stretto rapporto tra scrittore e società sembra realizzare l aspirazione a una missione pedagogica e civile della letteratura, che trasmetta valori e sentimenti a una massa crescente di lettori. Esiste però anche il rovescio della medaglia: il fatto, cioè, che le richieste del mercato vengano recepite talora come condizionanti per la libera ispirazione dell artista. Come annota nel 1845 il letterato e giornalista milanese Carlo Tenca (1816-1883), lo scrittore «ha guadagnato in dignità, sottraendosi alla necessità dell adulazione, ed al servile ossequio verso il potere , ma «invece di obbedire ad un padrone, dovette compiacere a molti; e chi sa di quali elementi discordi si compone questo ente indefinibile, che chiamasi pubblico, vedrà che il cambio non fu interamente favorevole . 507

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento