Il “partito” dei Classicisti

L epoca e le idee in sintesi Nelle intenzioni dell autrice, la lettera vuol essere un appello alle coscienze dei letterati italiani che, invece di confrontarsi con il nuovo, continuano a battere sentieri noti, imitando la poesia dei maestri greci e latini e realizzando così prodotti letterari senza più alcun elemento di interesse. Madame de Sta l raccomanda agli italiani di vincere l isolamento culturale, di rinunciare alla mitologia antica e di cominciare a tradurre le opere delle letterature inglese e tedesca. Nonostante il tono pacato, l invito solleva subito un aspra polemica e determina la formazione di due schieramenti contrapposti: da una parte i Classicisti, tenaci sostenitori dei princìpi dell arte classica; dall altra i Romantici, concordi con gli assunti della de Sta l e promotori di una cultura moderna. Il partito dei Classicisti Nel 1816, su Biblioteca italiana appare anche un articolo in difesa del Classicismo, firmato da Pietro Giordani. Egli sostiene che tradurre e leggere le opere straniere non abbia alcuna utilità, perché l arte greca e latina (fonti di ispirazione per la letteratura italiana) sono modelli insuperabili di perfezione. Nel 1816 Giacomo Leopardi scrive una lettera alla Biblioteca italiana per esprimere l adesione ai princìpi dei Classicisti: la sua preoccupazione è che imitare temi e stili dei poeti romantici possa portare alla perdita dell identità culturale italiana. Nel 1818 Leopardi conferma la sua posizione a favore dei classici. La sua tesi però non è coerente: l uso di termini come illusione , fantasia e immaginazione riferiti alla letteratura classica lo avvicina molto alle idee dei poeti romantici. La posizione di Giordani L intervento più autorevole a difesa del Classicismo è firmato nell aprile del 1816, sempre sulle colonne della Biblioteca italiana , da Pietro Giordani (1774-1848), un intellettuale atipico: difensore delle tradizioni letterarie e quindi culturalmente conservatore, egli è al tempo stesso fervente patriota e politicamente progressista. Giordani ritiene che gli italiani non trarrebbero alcun giovamento dalla traduzione e dalla lettura delle opere straniere: l arte greca e latina, cui si ispira la letteratura italiana, sono modelli insuperabili di perfezione, e poiché il bello è immutabile, non ha senso cercarlo altrove. Partendo dalle posizioni di Giordani, altri intellettuali classicisti insistono soprattutto su una presunta diversità antropologica e culturale tra gli italiani e i popoli settentrionali d Europa, affermando che ciò che è apprezzato dai poeti e dai lettori tedeschi e inglesi non lo è dai nostri, che vivono in una realtà e in un ambiente differenti, e pertanto hanno una propria, peculiare struttura mentale. Un classicista anomalo: Giacomo Leopardi Qualche mese dopo, anche Giacomo Leopardi, in una Lettera ai sigg. compilatori della Biblioteca italiana (luglio 1816), si allinea sostanzialmente alle tesi classiciste, senza però contribuire nei fatti al dibattito, dal momento che il suo scritto sull argomento non è pubblicato. Anche Leopardi rifiuta di avvicinare l immaginario italiano a quello dei poeti romantici, timoroso che un imitazione dei loro temi e del loro stile comporti lo smarrimento di una gloriosa identità culturale. Due anni più tardi, nel Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica (1818), il poeta ribadisce la necessità, per l artista moderno, di essere originale, rifiutando però di ispirarsi all attualità: le tendenze realistiche che egli vede affermarsi nella letteratura europea devono essere sostituite dalle passioni, dai sentimenti e dalle istanze soggettive di cui i classici costituiscono la massima e ineguagliabile espressione. La posizione teorica di Leopardi è indubbiamente anomala: la sua esaltazione della letteratura antica avviene infatti mediante l insistenza su concetti come illusione , fantasia e immaginazione , certo più vicini alle idee poetiche dei Romantici che a quelle seguite dai Classicisti. Il partito dei Romantici Nel 1816 il dibattito viene fortemente orientato dalla pubblicazione di alcuni testi che, in virtù della loro importanza nella definizione della nuova poetica, sono stati poi considerati come veri e propri manifesti del Romanticismo italiano. 497

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento