D3 - Lo spirito e l’identità del popolo-nazione (Discorsi

L epoca e le idee DOCUMENTO 3 Lo spirito e l identit del popolo-nazione Johann Gottlieb Fichte, Discorsi alla nazione tedesca Johann Gottlieb Fichte nasce nel 1762 a Rammenau, in Lusazia superiore (una regione storica tedesca oggi compresa nel territorio della Sassonia), da una famiglia conta dina. Dopo aver studiato nelle università di Jena e di Lipsia ed essersi appassionato alla fi losofia di Kant, nel 1791 si reca a K nigsberg per conoscere personalmente il grande filosofo e presentargli il Saggio di una critica di ogni rivelazione, che, pubblicato anonimo nel 1792, viene inizialmente attribuito allo stesso Kant. Dal 1794 è professore di Filosofia all univer sità di Jena, ma nel 1799 è costretto a lasciare l incarico in seguito all accusa di ateismo. Si trasferisce quindi a Berlino, dove entra in contatto con il locale circolo romantico e, nell in verno tra il 1807 e il 1808, tiene i famosi Discorsi alla nazione tedesca, contribuendo al risve glio del sentimento nazionale contro l invasore francese. Professore e rettore dell Università fondata a Berlino nel 1810, muore nel 1814. Nella sua opera, egli individua l Io come fonda mento della realtà; la sua filosofia idealistica esercita una grande influenza sui Romantici, che fanno propria la sua concezione della realtà intesa non come qualcosa di esterno all es sere umano, ma come il prodotto della sua libera attività spirituale. L autore Nel 1807, mentre Berlino è occupata dalle truppe napoleoniche, Fichte tiene alcune conferenze per sostenere l esigenza dell unificazione nazionale tedesca. In questo passo, il filosofo esalta il concetto di popolo in quanto capace di conferire al singo lo individuo il dono dell eternità. I valori e le tradizioni umane si inscrivono infatti all interno di una dimensione collettiva destinata a sopravvivere, al di là delle con tingenze, come comune patrimonio spirituale della patria. Il singolo individuo fa parte di una tradizione che lo trascende, lo forma e lo plasma. Per l individuo, essere integrato nella comunità popolare significa sopravvivere idealmente alla morte. Ecco dunque il significato della parola «popolo , dal punto di vista di un mondo spirituale: quel complesso di uomini conviventi permanentemente e permanentemente riproducentesi sia naturalmente che spiritualmente, stando esso sotto una speciale legge di sviluppo dell elemento divino che esso ha in sé. La comunanza di questa «speciale legge è appunto ciò che cementa questo complesso di uomini nel mondo eterno e quindi anche nel mondo temporaneo, facendone un tutto organico e tutto pervaso di sé. [ ] Quella legge di sviluppo dell elemento primitivo e divino determina e compie ciò che si è chiamato il «carattere nazionale di un popolo . Da queste ultime conclusioni risulta chiaro che uomini i quali come abbiamo definito l esterofilia non credono a un elemento originale in se stessi né a uno sviluppo di esso, ma solo a un moto circolare della vita fenomenica, e che in grazia di questa credenza diventano effettivamente quali si credono, tali uomini, di cui si può appena dire che esistano, non costituiscono un popolo, né possono avere un carattere nazionale. «Popolo e «Patria in questo significato, come portatori o garanti dell eternità terrena, come ciò che quaggiù può essere eterno, sorpassano molto lo «Stato nel senso comune della parola, di molto l ordine sociale. L ordine sociale, le leggi terrene, vogliono dire pace interna, e che ciascuno col suo impegno provveda a se stesso ed ai suoi figli. Ma tutto ciò è solo un mezzo, una impalcatura di quello che vuole l amore patrio: il fiorire divino del mondo, sempre più puro, più prossimo al limite del suo infinito perfezionamento. Perciò l amor di patria deve governare lo Stato come suprema istanza. Charles Meynier, Napoleone entra con le sue truppe a Berlino, 1810. Versailles, Musée du Chateau. 495

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento