Le opere

Il Settecento in sintesi Viene invitato a Parigi con Alessandro Verri per presentare le sue tesi sul diritto penale, ma l ambiente mondano non lo affascina; rientrato in Italia, raffredda i rapporti con i Verri. Dopo aver insegnato a Milano Economia politica, si dedica per il resto della vita alla carriera amministrativa. Muore a Milano nel 1794. La carriera di funzionario statale Nel 1766, in compagnia di Alessandro Verri, Beccaria parte per Parigi, essendo stato invitato a discutere le idee formulate in Dei delitti e delle pene. Il viaggio in Francia viene però interrotto anzitempo da Beccaria, poco incline a riconoscersi nel ruolo di intellettuale mondano che gli Illuministi francesi gli riservavano, e anche per questo segna la rottura con i fratelli Verri: i rapporti con loro, negli anni seguenti, si raffreddano notevolmente. Tornato in Italia, dal 1768 al 1771 ricopre la cattedra di Scienze camerali (oggi diremmo Economia politica) alle Scuole Palatine di Milano. Nel 1771 intraprende la carriera amministrativa, che lo occuperà per il resto della vita. Nello stesso anno viene eletto membro del Supremo consiglio dell economia (l organismo che presiede al funzionamento dei meccanismi finanziari e guida la politica economica nella Lombardia austriaca) e nel 1791 entra nella Giunta per la riforma del sistema giudiziario civile e criminale. Nel 1774, poco dopo la morte di Teresa Blasco, sposa Anna Barbò, oculata custode delle non floride finanze familiari, da cui ha il figlio Giulio (1775). Muore a Milano nel 1794. Le opere Il suo primo saggio (1762) è di argomento economico-finanziario e riguarda le problematiche relative al conio delle monete. Negli anni in cui frequenta casa Verri pubblica sette articoli per Il Caffè su temi diversi, che spaziano dalla matematica alla filosofia, dimostrando così i suoi diversi interessi. Nel 1770 pubblica un saggio sullo stile, in cui sostiene come esso non debba essere ingabbiato in regole fisse, perché il suo obiettivo è di emozionare il lettore. Scopo della letteratura è infatti provocare il sentimento del piacere. 270 Il primo saggio Della cultura economico-finanziaria di Beccaria è frutto la sua prima opera, scritta nel 1762 dietro consiglio di Pietro Verri: Del disordine e de rimedi delle monete nello stato di Milano nell anno 1762. Stampato a Lucca, il saggio tratta infatti dei problemi, discussi in quegli anni a Milano, relativi alla gestione della zecca e ai criteri con cui venivano coniate le monete. Lo scritto mostra già l abilità dell autore nel confutare le idee correnti e nel proporre misure alternative sull argomento in discussione, come avverrà di lì a poco, sulle questioni penali, con Dei delitti e delle pene, di cui parleremo più approfonditamente nella seconda parte dell Unità ( p. 272). Gli articoli per Il Caffè Negli stessi anni della stesura dei due saggi sull argomento monetario e su quello penale, e dallo stesso ambiente quello di casa Verri , matura anche l ispirazione per i sette articoli che Beccaria scrive per il periodico Il Caffè tra il 1764 e il 1766. Dimostrando notevole eclettismo, l autore si cimenta in argomenti di varia natura: dall esercitazione matematica contenuta nel Faraone (dedicato a un gioco di carte popolare nel Settecento) alle meditazioni ironiche e paradossali sulla filosofia del Frammento sugli odori e dei Piaceri dell immaginazione; dal rigore matematico-economico del Tentativo analitico sui contrabbandi alla scherzosa e provocatoria difesa dell Accademia della Crusca della Risposta alla rinunzia (laddove il titolo si riferisce alla Rinunzia avanti notaio al Vocabolario della Crusca di Alessandro Verri del 1765, p. 222); dalla moderna riflessione sul giornalismo contenuta in De fogli periodici alle idee originali riguardanti lo stile esposte nel Frammento sullo stile. Il trattato sullo stile L argomento di quest ultimo articolo è ripreso in un saggio scritto tra il 1767 e il 1769 e pubblicato nel 1770 (una seconda parte apparirà nel 1809): Ricerche intorno alla natura dello stile. Muovendosi nell ambito dell estetica sensista ( p. 210), Beccaria sostiene che, nella produzione letteraria, si debba abbandonare l aderenza a norme fisse dedotte dalle opere del passato. Riflettendo sull arte da un punto di vista filosofico, l autore osserva che lo scopo della letteratura è quello di suscitare il sentimento del piacere attraverso la carica immaginifica delle parole, secondo un approccio capace di produrre nel lettore forti emozioni: una concezione poetica, come vedremo, applicata dallo stesso Beccaria nel suo capolavoro, Dei delitti e delle pene.

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento