L’Arcadia

La poesia del Settecento in sintesi L Arcadia \ Misura, equilibrio, decoro La poesia del Settecento si oppone alle stravaganze e agli eccessi del Barocco e auspica il recupero della tradizione classica e del modello petrarchesco. Nel 1690 un gruppo di letterati raccolti attorno al salotto della regina Cristina di Svezia fonda l Accademia dell Arcadia, con esplicito riferimento alla mitica regione dell antica Grecia, simbolo di innocenza e serenità. I poeti dell Arcadia attingono al repertorio pastorale: i protagonisti delle loro poesie sono pastori, ninfe, fanciulle innamorate che esprimono sentimenti composti, privi di qualsiasi tensione drammatica. La produzione lirica degli Arcadi è abbondante ma senza punte di eccellenza. Scopo della poesia è l intrattenimento e l evasione: i poeti si dedicano dunque alla composizione di versi d occasione, con particolare abilità tecnica; situazioni e tematiche si ripetono spesso uguali a sé stesse. Alla semplicità e alla cantabilità dei loro componimenti si accompagna la scelta di immagini chiare e di versi brevi. La forma privilegiata è il sonetto, ma non mancano sperimentazioni (come le piccole odi anacreontiche). La reazione al Barocco A partire dall ultimo decennio del Seicento si sviluppa nella lirica italiana un programma di vera e propria rifondazione tematica e formale, con l obiettivo di riproporre la regolarità e l equilibrio della poesia classicista contro le stravaganze e gli eccessi della letteratura barocca. Tale orientamento, diffuso anche nel resto d Europa (e in particolare in Francia), mira a ripristinare un gusto modellato sulla tradizione classica e sul Canzoniere di Petrarca, considerato l esempio più nobile di una poesia ispirata a misura, grazia ed eleganza. La nascita dell Arcadia Un gruppo di letterati raccolti attorno al salotto romano della regina Cristina di Svezia (la quale, convertitasi al cattolicesimo, trascorre gli ultimi anni di vita in Italia) si incarica di formulare un programma che, riassumendo queste istanze estetiche, propone un ritorno al decoro e a una concezione dell arte in grado di assoggettare la fantasia alle regole della ragione. Nel 1690, dopo la morte della regina, questi intellettuali danno vita a un accademia chiamata Arcadia, in riferimento alla mitica regione dell antica Grecia, popolata, secondo la tradizione, da pastori amanti della poesia, ed emblema, fin dall antichità, di innocenza e serenità. Tutta la simbologia dell Accademia attinge al repertorio pastorale: la sede delle riunioni, situata sulle pendici del colle romano del Gianicolo, viene chiamata Bosco Parrasio (dalla Parrasia, un territorio dell Arcadia meridionale); la sua insegna è il flauto di Pan; i suoi aderenti chiamano sé stessi pastori e assumono pseudonimi tratti dalla lirica greca e latina di argomento agreste (da Teocrito a Virgilio). L Arcadia si pone presto come polo d incontro e d aggregazione per i letterati di molte città italiane, accomunati dalla medesima visione della poesia: sezioni periferiche (le cosiddette colonie) sorgono capillarmente in centri grandi e piccoli della penisola, realizzando in tal modo il desiderio umanistico di un sodalizio tra dotti, uniti da un gusto condiviso all interno di un orizzonte nazionale. Una poesia d occasione lontana dalla realtà La produzione lirica degli Arcadi è quantitativamente molto vasta, ma qualitativamente poco significativa: fedeli a un idea della poesia come intrattenimento, essi non cercano né particolare originalità né profondità di ispirazione ed espressione, componendo un numero infinito di versi d occasione (per nascite, battesimi, matrimoni e altri simili eventi), spesso accompagnati dalla musica, in cui emergono soprattutto il culto della parola, la perizia tecnica del poeta e dove anche la finzione pastorale e l amore si traducono in situazioni ripetitive, senza autentico conflitto interiore. I Romantici italiani condanneranno l Arcadia per quella che a loro sembrava superficialità e indifferenza verso i problemi del tempo. Uno stile delicato In effetti, la poesia degli Arcadi tende all evasione verso una dimensione rasserenante, evocata con uno stile piacevolmente semplice. La polemica contro il gusto barocco impone di evitare le metafore ardite, invitando invece all uso di immagini nitide e alla ricerca di una facile e delicata cantabilità. Di maggiore interesse sono le soluzioni metriche, che privilegiano l adozione di versi brevi e sono spesso improntate alla sperimentazione. Accanto al sonetto di tipo petrarchesco, sono frequenti le canzonette anacreontiche (così denominate in riferimento ad Anacreonte, poeta greco del VI-V secolo a.C.), piccole odi composte per lo più da settenari. 243

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento