Il tesoro della letteratura - volume 2

PER APPROFONDIRE Il Seicento Seguace di Lope de Vega è Tirso de Molina, autore di oltre quattrocento opere nelle quali, rispetto al maestro, mostra una più raffinata capacità di approfondire la psicologia dei personaggi. Il suo talento di drammaturgo si esprime oltre che in opere destinate a un duraturo successo come Don Gil dalle calze verdi (1615), Gli amanti di Teruel (1615) e La prudenza nella donna (1622) in quello che è forse il suo testo più celebre, Il beffatore di Siviglia (1612-1620), che, riprendendo l argomento dalle narrazioni popolari, inaugura la tradizione europea del personaggio letterario di Don Giovanni. Nell altro suo dramma più famoso, Il condannato per mancanza di fede (1615), la meditazione dell autore si spoglia di ogni gusto dell intreccio e di ogni lusinga spettacolare per concentrarsi tutta sui problemi teologici del peccato e della dannazione, del libero arbitrio e della Grazia. L opera segna un superamento del teatro di Lope de Vega anche dal punto di vista della religiosità. Infatti, mentre nei lavori precedenti il tema del peccato era solo uno degli aspetti della situazione drammatica, nel Condannato questo tema si fa vero nucleo del dramma, divenendo il tramite più suggestivo fra lo spettacolo sacro barocco dei primi anni del Seicento e il teatro teologico di Calder n de la Barca. e Calder n de la Barca Proprio Calder n de la Barca è stato, dalla morte di Lope de Vega, l esponente principale della scena teatrale spagnola. Nel 1635, già famoso per le commedie, subentra a Lope de Vega in qualità di drammaturgo di corte. Riceve poi l ordinazione sacerdotale (1651) e in seguito diventa cappellano d onore del re (1663), esprimendo attraverso l attività teatrale la propria fede nel cattolicesimo e nella monarchia. L evoluzione della tecnica e dell arte della scenografia consente a Calder n di usare macchinari complessi per creare in omaggio a un gusto tipicamente barocco effetti speciali sorprendenti, intensificati da canto, danza e musica, che stupiscono e affascinano il pubblico. Anche il suo stile suscita meraviglia per l eleganza, la fantasia, la ricchezza di simboli e immagini insolite, i giochi di parole. Tale capacità inventiva diventa un poderoso strumento di persuasione nei testi in cui egli mette la sua arte al servizio del re e della Chiesa: consapevole della crisi politica e religiosa che attraversa un impero spagnolo in piena decadenza, l autore tenta di rafforzare la monarchia e di reagire alla perdita di unità del mondo cattolico minacciato dalla Riforma protestante. A sostegno della religione scrive anche sacre rappresentazioni allegoriche composte per la festa del Corpus Domini, in cui si spiegano comples- 160 se questioni teologiche (come il mistero dell eucaristia) e si esalta la fede cattolica: ricordiamo, tra questi, Il grande teatro del mondo (1655), dove la vita umana è vista come una rappresentazione teatrale in cui gli individui ricoprono i ruoli assegnati loro da Dio. L opera più celebre di Calder n è il dramma fantastico La vita è sogno (1636). A causa di una tragica profezia annunciata dalle stelle (secondo la quale egli diventerà un tiranno crudele e violento), il protagonista, il principe Sigismondo, è stato privato della libertà da suo padre, il re Basilio, e vive prigioniero in una torre. Per essere messo alla prova, viene portato a palazzo sotto l effetto di un sonnifero. Qui si comporta ferocemente, guidato dall istinto e dal desiderio: oltraggia coloro che non assecondano il suo piacere, insidia la bella Rosaura, uccide un uomo di corte. A causa di tale condotta, che sembra dar ragione alle stelle e dimostrare la sua natura violenta, viene rinchiuso nuovamente nella torre: qui dubiterà di ciò che gli è accaduto e crederà di aver sognato. Liberato da una rivolta popolare e messo sul trono che gli spetta di diritto, farà tesoro della precedente esperienza: avendo appreso che persino quando si sogna è bene agire in modo retto, si comporterà saggiamente, senza cercare vendetta, ma perdonando il re e riportando pace e giustizia nel regno. In nome della ragion di Stato, infine, sposerà la cugina Estrella, rinunciando all amata Rosaura. Grazie al dubbio che lo ha tenuto in bilico tra vita e sogno, Sigismondo matura interiormente, apprende l arte della prudenza, impara a dominare istinti e passioni sottomettendoli al governo della ragione; egli può così recuperare identità e ruolo, ripristinare l ordine sul caos, dimostrare che il libero arbitrio, vale a dire la capacità di scegliere tra il bene e il male, è più forte di ogni predestinazione. Illustrazione per La vita sogno di Calder n de la Barca, 1933.

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento