Il tesoro della letteratura - volume 2

Il Seicento 150 155 160 165 170 175 come se pregasse. Fatto ciò, comandò a una di quelle dame di cingergli la spada, la qual cosa ella fece con molta disinvoltura e tatto; che non ce ne volle poco per non scoppiare dalle risa in ogni momento della cerimonia, ma le prodezze21 che avevano ormai visto fare al novello cavaliere tenevano il riso a bada. Nel cingergli la spada, la brava signora disse: «Dio faccia della signoria vostra un avventurosissimo cavaliere e le dia fortuna nei combattimenti . Don Chisciotte le domandò come si chiamava, per sapere, d allora in poi, a chi restava obbligato della grazia ricevuta, giacché pensava di renderla partecipe dell onore che si sarebbe guadagnato col valore del suo braccio. Ella rispose con molta umiltà che si chiamava la Tolosa, che era figlia di un ciabattino di Toledo, il quale stava presso le bottegucce di Sancho Bienaya e che lo avrebbe servito e tenuto in conto di suo signore dovunque ella si trovasse. Don Chisciotte le disse che, per amor suo, d allora in poi gli facesse la grazia di mettersi il don e di chiamarsi donna22 Tolosa. Ella glielo promise; l altra, poi, gli calzò gli sproni,23 e si svolse con questa quasi lo stesso colloquio che con quella della spada. Le domandò il suo nome ed ella disse di chiamarsi la Molinera e di essere figlia di un onorato mugnaio di Antequera; e anche a lei don Chisciotte chiese che si mettesse il don e si chiamasse donna Molinera, offrendole nuovi servigi e favori. Fatte, dunque, in fretta e come di galoppo tali cerimonie non mai viste fino allora, don Chisciotte non vide l ora di montare a cavallo e di partire in cerca d avventure; così, sellato subito Ronzinante, vi salì sopra e, abbracciato l ospite, gli disse cose tanto strane per ringraziarlo del favore di averlo armato cavaliere, che non è possibile riuscire a riferirle. L oste, desideroso di vederlo finalmente fuori della locanda, rispose alle sue con parole non meno enfatiche, quantunque più brevi, e lo lasciò andare alla buon ora24 senza chiedergli di pagare il conto dell alloggio. 21 prodezze: reazioni violente. 22 donna: era un titolo di distinzione so- ciale (dal latino domina, padrona ). 23 sproni: speroni (gli arnesi applicati ai talloni con cui il cavaliere pungola il cavallo affinché galoppi più veloce). 24 alla buon ora: in pace, con Dio. Dentro il TESTO La trasfigurazione della realtà La parodia dei rituali cavallereschi 132 I contenuti tematici Agli occhi di don Chisciotte ogni cosa, anche la più misera, diventa grande e meravigliosa: l osteria è un castello, l oste untuoso e approfittatore un nobile al quale chiedere l investitura cavalleresca, i mulattieri che vogliono abbeverare le loro bestie pericolosi assalitori. Il contrasto tra la realtà bassa (o addirittura sordida) e il travisamento continuamente operato dal protagonista in direzione nobilitante rende comica la situazione narrativa. Don Chisciotte intende seguire tutto il complesso cerimoniale previsto non solo nei poemi, ma anche nell effettiva realtà cavalleresca per la nomina a cavaliere, come si vede nel rituale della veglia notturna del paladino, prima che le sue armi vengano consacrate alla difesa della fede e del sovrano. Cervantes ne fa però una spassosa parodia:

Il tesoro della letteratura - volume 2
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento