CLASSICI a confronto - Manzoni e Leopardi
CLASSICI a confronto
Manzoni e Leopardi
le risposte opposte alle domande della vita
La distanza che separa Manzoni e Leopardi è, dunque, enorme già nelle condizioni di partenza dei due intellettuali, una distanza che la prospettiva religiosa e quella letteraria accentuano ulteriormente. All’approdo cristiano, che mitiga la visione pessimistica dell’autore dei Promessi sposi, corrisponde il legame di Leopardi con le filosofie materialistiche e atee dell’Illuminismo, che demistificano ogni richiamo illusorio a una benigna volontà provvidenziale. Manzoni individua in un mondo dominato dalla violenza il riscatto nella fede, che dona un senso alla sofferenza e spinge a un attivo impegno sociale e civile; Leopardi invece indica nella ragione umana l’unico strumento per reagire, con dignitosa accettazione dell’infelicità, a un ordine naturale delle cose, spietato e inesorabile nelle sue leggi oggettive, che tendono alla distruzione di ogni essere. Mentre il primo è sorretto dalla fede nel libero arbitrio e nella possibilità dell’uomo di esercitare il bene sulla Terra, il secondo è del tutto disilluso rispetto al senso dell’esistenza umana, convinto com’è del destino di solitudine e di morte che attende ciascun individuo, scagliato a caso nella vita.la concezione della letteratura
Sul piano estetico-letterario, Manzoni professa la concezione dell’utilità sociale e morale dell’arte, raggiungibile grazie al «vero per soggetto»; l’arte può realizzare la propria funzione pedagogica se riflette sulle vicende umane e sulla realtà di tutti i giorni e di tutti gli uomini. Per Leopardi, al contrario, il «vero» cancella la fantasia e l’autenticità degli stati d’animo dell’io: la poesia non deve infatti riprodurre la realtà, ma trasfigurarla, dando voce e vita all’immaginazione. Così, se Manzoni appartiene alla tendenza realistica e oggettiva del Romanticismo, Leopardi – che considera i classici un punto di riferimento di valori universali – rappresenta quella tendenza lirica e soggettiva per cui l’autore, partendo dalla meditazione sul proprio destino personale, si interroga sui grandi problemi esistenziali che toccano tutta l’umanità. Promuovendo un originale connubio tra linguaggio poetico e linguaggio filosofico, l’autore recanatese concepisce la poesia come una straordinaria forma di conoscenza che riesce a coniugare la fantasia e la ragione.
Il tesoro della letteratura - volume 2
Dal Seicento al primo Ottocento