T12 - Chiare, fresche et dolci acque

Francesco Petrarca Canzoniere T 12 audiolettura Chiare, fresche et dolci acque Canzoniere, 126 La rievocazione di Laura celebrata dalla natura senz altro la canzone più famosa tra le ventinove presenti nel Canzoniere. Il poeta desidera essere sepolto, alla sua morte, a Valchiusa, luogo di particolare importanza per lui, perché è quello dove Laura gli era apparsa in tutta la sua bellezza. La lirica celebra il giorno in cui lei, seduta sotto un albero fiorito, sulle rive del fiume Sorga, era sembrata a Petrarca quasi una dea, bellissima nel paesaggio naturale circostante. La datazione del testo è incerta (pare sia stato scritto, o rielaborato, nel 1345). METRO Canzone di 5 strofe di 13 versi ciascuna con schema di rime abCabC (fronte) e cdeeDfF (sirma); congedo XyY. 10 15 20 25 Apostrofe agli elementi naturali che hanno visto la presenza di Laura S egli è pur mio destino, e l cielo in ciò s adopra, ch Amor quest occhi lagrimando chiuda, qualche gratia il meschino corpo fra voi ricopra, e torni l alma al proprio albergo ignuda. La morte fia men cruda se questa spene porto a quel dubbioso passo; ché lo spirito lasso non poria mai in più riposato porto né in più tranquilla fossa fuggir la carne travagliata et l ossa. Il desiderio del poeta di essere sepolto nel luogo reso sacro dal contatto con Laura 1 acque: sono quelle del fiume Sorga, do- ve le nobildonne provenzali erano solite fare il bagno. 2 ove: alcuni critici intendono dentro le quali , dunque interpretano che Laura si sia bagnata nel fiume, altri presso le quali , cioè che Laura si sia semplicemente recata presso il torrente. 4 gentil: nobile, reso tale dal contatto con Laura. 1-13 O limpide, fresche e care acque, dentro le quali (ove) immerse (pose) il bel corpo colei che sola a me appare come signora (donna); o gentile ramo, sul quale le piacque appoggiarsi con il suo corpo (fare al bel fiancho colonna); o erba e fiori, che la gonna graziosa ricoprì con il proprio bianco lembo (angelico seno); o aria sacra, luminosa, dove Amore mi aprì il cuore attraverso lo sguardo (begli occhi) di Laura: tutti insieme date ascolto (udienzia) alle mie ultime (extreme) parole di dolore (dolenti). PARAFRASI 5 Chiare, fresche et dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo ove piacque (con sospir mi rimembra) a lei di fare al bel fiancho colonna; herba et fior che la gonna leggiadra ricoverse co l angelico seno; aere sacro, sereno, ove Amor co begli occhi il cor m aperse: date udienzia insieme a le dolenti mie parole extreme. 14-26 Se è proprio (pur) mio destino e Dio ( l cielo) lo vuole che Amore chiuda questi occhi mentre ancora piangono (lagrimando), qualche favorevole sorte (gratia) faccia in modo che il mio povero corpo sia sepolto tra voi, e l anima, liberata dal corpo (ignuda), se ne torni alla propria sede (albergo). La morte sarà meno dolorosa se a quel pericoloso passaggio (dubbioso passo) porto questa speranza (spene); poiché il mio spirito stanco (lasso) non potrebbe mai abbandonare (fuggir) il corpo travagliato e le ossa in un porto più riparato (riposato) né in una tomba (fossa) più tranquilla. 6 fiancho: sineddoche a indicare l inte- ro corpo. 9 seno: nella parafrasi l abbiamo inteso come lembo della gonna. Altri commentatori lo intendono invece come seno di Laura. Il critico Marco Santagata osserva che l aggettivo angelico è riservato da Petrarca esclusivamente alla persona di Laura. 14 egli: pleonastico. 16 lagrimando: gerundio con valore di par- ticipio, piangenti , riferito a occhi. 19 al proprio albergo: in cielo. 21 spene: la speranza del poeta è di essere sepolto nel luogo che ha visto la presenza di Laura. 22 dubbioso passo: è il passaggio dalla vita alla morte (ricorda il «doloroso passo di Inferno, V, 114). 395

Il tesoro della letteratura - volume 1
Il tesoro della letteratura - volume 1
Dalle origini al Cinquecento