2 - L’amore: una “passione tranquilla”
La discrezione di Ariosto riguardo ai propri amori era proverbiale. Egli aveva avuto due figli naturali da due donne diverse, delle quali sappiamo poco più che i nomi: la domestica Maria, madre di Giambattista (nato nel 1503), e Orsolina Sassomarino, madre di Virginio, il figlio che gli sarà accanto anche negli ultimi anni di vita.
Una nuova concezione dell’amore Al di là dei dati biografici (che pure sono importanti per inquadrare l’atteggiamento personale del poeta nei confronti della vita sentimentale), appare significativa, sul piano culturale e letterario, la nuova concezione dell’amore che Ariosto sviluppa in tutta la sua opera.
La bellezza femminile non è per lui una realtà statica, immobile, oggetto di pura contemplazione da parte del poeta-amante (come per certi versi avveniva ancora in Petrarca), bensì fonte di un’esperienza vitale e, per così dire, in continuo movimento. Si tratta anche di un’esperienza passionale e sostanzialmente irrazionale, in quanto sollecita i sensi più che la ragione, che di fatto talora ne rimane vittima: come mostrerà nel poema, per amore si può facilmente impazzire.
Il tesoro della letteratura - volume 1
Dalle origini al Cinquecento