Ad alta quota - volume 3

America

L’America è composta da due grandi masse continentali, l’America Settentrionale e l’America Meridionale (talvolta denominate complessivamente “le Americhe”), saldate fra loro da una stretta regione istmica. Il continente americano separa l’Oceano Atlantico, a est, dall’Oceano Pacifico, a ovest.

Il territorio e il clima

Da nord a sud: il continente più “lungo”

L’America ha una superficie di oltre 42 milioni di km2, di poco inferiore a quella dell’Asia (che è il più esteso dei continenti). È però molto meno popolata del continente asiatico: ospita oltre 980 milioni di persone (contro i 4 miliardi e mezzo dell’Asia), con una densità di 24 ab./km2 (contro i 101 ab./km2 dell’Asia).

L’America è il più “lungo” dei continenti: si estende infatti in senso nord-sud per più di 140° di latitudine.

Tanti climi diversi, dall’Artico all’Equatore

L’America possiede una grandissima varietà climatica. Dai climi polari dell’estremo Nord canadese si passa via via ai climi continentali freddi, a quelli temperati e tropicali, per poi tornare di nuovo, una volta superato l’Equatore e i diversi climi “intermedi” dell’America Meridionale, ai grandi freddi dell’estremo Sud cileno-argentino.

Con il variare del clima variano anche gli ambienti, la fauna, la flora, le colture. Alle vaste regioni mantenute a foresta fanno seguito sconfinati pascoli utilizzati per l’allevamento. Alle regioni dedicate alla coltura intensiva di cereali, cotone, soia, se ne affiancano altre dove si pratica una povera agricoltura di sussistenza, e altre ancora in cui sono presenti estese piantagioni di caffè, cotone, canna da zucchero, cacao.

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Un susseguirsi di catene montuose

La parte settentrionale e quella meridionale dell’America sono accomunate dalla presenza, sul lato occidentale del continente in prossimità della costa che si affaccia sull’Oceano Pacifico, di una serie ininterrotta di catene montuose che si allungano da nord a sud: la Catena Costiera, le Montagne Rocciose, le Sierre messicane e istmiche, la Cordigliera delle Ande.

I grandi fiumi nascono a occidente

Tra i fiumi che scendono dalle montagne i più grandi sono quelli orientati verso est, come il San Lorenzo, il Mississippi, il Rio delle Amazzoni, il Paraná. Nel loro lungo percorso verso l’Oceano Atlantico e i bacini collegati, essi raccolgono le acque di affluenti e subaffluenti e arrivano ad avere una portata imponente, diventando navigabili per buona parte del loro corso.

In America Settentrionale si trova inoltre il più grande complesso lacustre del mondo: i Grandi Laghi.

POPOLI E PAESI

Negli Stati Uniti il 12 ottobre si celebra il Columbus Day, il “giorno di Colombo”, cioè il giorno in cui Cristoforo Colombo raggiunse l’America nell’anno 1492. District of Columbia si chiama il Distretto federale di Washington, la capitale statunitense, e un Paese sudamericano porta il nome di Colombia. Il nome “America” dato al continente deriva invece da Amerigo Vespucci, il navigatore fiorentino che per primo ne esplorò le coste durante quattro spedizioni tra il 1497 e il 1504.

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Le diverse etnie: amerindi, europei e africani

Dopo la scoperta di Colombo, i conquistatori europei, forti della loro superiorità tecnologica, in pochi decenni ebbero la meglio sui popoli nativi del continente, che furono sterminati, e si impossessarono delle terre più fertili. Gli inglesi e i francesi colonizzarono il Nord, mentre il Centro e il Sud furono occupati dagli spagnoli e dai portoghesi.

In seguito, per tre secoli, milioni di neri comprati o razziati in Africa vennero portati come schiavi a coltivare le terre conquistate.

Nell’Ottocento e nel Novecento problemi economici e politici provocarono una massiccia ondata di nuova immigrazione da tutta Europa e dagli altri continenti soprattutto verso Stati Uniti, Brasile e Argentina.

Geo STORIA

Indiani, amerindi, nativi americani

La spedizione di Cristoforo Colombo mirava a raggiungere l’Asia, in particolare le regioni denominate vagamente “Indie”, navigando verso ovest. Quando egli si imbatté nel continente americano, credette di essere giunto a destinazione e chiamò pertanto “indiani” coloro che lo accolsero. Ci si accorse dell’errore, ma gli appartenenti alle popolazioni indigene continuarono a essere chiamati “indiani” (indios in spagnolo) e le terre del Nuovo Mondo furono dette “Indie Occidentali” per distinguerle dalle “Indie Orientali” che si trovavano veramente in Asia.

Il nome “indiani”, sebbene inappropriato, rimase in uso per secoli ed è tuttora diffuso, ma verso la metà del XX secolo si tentò di trovare espressioni alternative: negli Stati Uniti si utilizza “nativi americani” (native Americans in inglese), che però non ha avuto fortuna in altri Paesi. Anche l’espressione “indigeni americani”, per quanto corretta (la parola “indigeni” indica infatti tutte le popolazioni originarie di uno specifico luogo), è stata criticata poiché l’immagine dell’indigeno è spesso associata a quella del “selvaggio” e del “primitivo”. Molti studiosi e geografi usano invece il termine “amerindi”, che però si riferisce più spesso alle popolazioni dell’America Meridionale ed è poco usato per indicare i nativi statunitensi e canadesi.

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Le lingue europee sono le più diffuse

Le lingue oggi più diffuse sono quelle introdotte dagli europei: l’inglese, principalmente negli Stati Uniti e in Canada, il portoghese in Brasile e lo spagnolo in quasi tutti gli altri Stati, dal Messico all’Argentina.

Si parlano anche il francese, nel Québec canadese, diverse lingue degli originari abitanti del continente (i nativi americani) e altre lingue europee e asiatiche arrivate con i più consistenti gruppi etnici di recente immigrazione, dall’italiano al tedesco, dal giapponese al cinese.

Le potenze mondiali e i Paesi promettenti

Il continente americano comprende 35 Paesi, fra cui gli Stati Uniti d’America che, per aspetti economici, militari, politici, culturali, sono considerati la più grande potenza mondiale. Fanno inoltre parte del continente tre Paesi che si ritiene potrebbero rivestire un ruolo di crescente importanza negli scenari internazionali dei prossimi decenni, cioè Brasile, Messico e Canada.

La popolazione e le megalopoli

Gli oltre 980 milioni di abitanti del continente sono distribuiti in modo estremamente irregolare, fra Stato e Stato e all’interno dei singoli Paesi. Si va dal Canada, che su un’estensione pari a 33 volte quella dell’Italia ospita 35 milioni di abitanti (circa 4 ab./km2), a El Salvador, che su un’estensione inferiore a quella della Sardegna ne ospita oltre 6 milioni (293 ab./km2), passando per i 16 ab./km2 dell’Argentina, i 24 del Brasile, i 33 degli Stati Uniti, i 63 del Messico.

In molti Paesi, milioni di persone si concentrano nelle grandi città, che ormai formano un unico conglomerato con i centri minori circostanti, creando conurbazioni e megalopoli la cui popolazione si aggira intorno ai 20 milioni di abitanti, come New York, Città del Messico, San Paolo, cui presto si potrebbero aggiungere Los Angeles, Buenos Aires e Rio de Janeiro, che già oggi con la loro area metropolitana stanno superando ampiamente i 10 milioni di abitanti.

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