Gli Etruschi

Gli Etruschi

L’arte dell’abitare il mondo terreno e l’aldilà

Tra il VII e il VI secolo i villaggi etruschi assumono l’aspetto di città ben organizzate, di solito situate su pianori elevati.

Le mura

I centri urbani, dotati di condutture per l’acqua e fogne, erano chiusi da mura difensive, realizzate con possenti pietre quadrangolari. Grandi porte si aprivano in corrispondenza delle strade principali.

La Porta dell’Arco (7) a Volterra segna l’ingresso principale alla città da sud. L’opera è inglobata in strutture più recenti. È costituita da un arco a tutto sesto, cioè un arco semicircolare (vedi p. 95). Tre teste molto consunte rappresentavano tre divinità protettrici della città.

Il tempio

Il tempio etrusco si ispirava allo schema di quello greco (vedi p. 58). Lo contraddistingueva però un nuovo ordine architettonico, detto ordine tuscanico, simile a quello dorico ma caratterizzato dalla colonna a fusto liscio poggiata su una base. Il tetto e il frontone erano ornati da decorazioni in terracotta dipinta. Le tegole del tetto terminavano con le antefisse (8), elementi circolari raffiguranti palmette, teste di Gorgoni (mostri mitologici con serpenti al posto dei capelli) o volti umani. Invece sulla sommità del tetto c’erano gli acroteri, grandi palmette e statue di divinità a tutto tondo.

Vista la fragilità di queste opere, sono pochi gli esemplari sopravvissuti. Fra questi c’è l’Apollo (9), in origine posto sul tetto del Tempio di Minerva nel santuario di Portonaccio, nei pressi della città etrusca di Veio. Il dio, a grandezza naturale, è proteso in avanti mentre lotta con Eracle per catturare la cerva Cerinea, animale sacro alla dea Minerva. La statua ricorda i koùroi della Grecia arcaica (vedi p. 66), ma è molto più dinamica.

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nel frattempo in... Cina

Fra il IV e il III secolo anche i cinesi si dimostrano abili costruttori di mura difensive. L’opera più impressionante di tutti i tempi è la Grande muraglia, realizzata nel 215-209 a.C. per volere del primo imperatore della Cina unificata, Qin Shi Huangdi, con lo scopo di bloccare le invasioni delle popolazioni provenienti da Nord. Rimangono pochi tratti dell’antico sistema difensivo, prima abbandonato e poi ricostruito fra il XIV e il XV secolo.

Dalla città dei vivi a quella dei morti

Nelle necropoli, situate fuori dalle mura cittadine, le tombe, a uno o più ambienti (o camere), presentano architetture diverse a seconda dell’epoca e del tipo di terreno.

  • Tomba a ipogeo: scavata sottoterra o nella roccia, vi si accede attraverso un corridoio in discesa o una scala.
  • Tomba a tumulo: simile alla thòlos greca, ha pianta circolare con soffitto a pseudocupola. È ricoperta da una collinetta di terra.
  • Tomba a edicola o a dado: la struttura riprende quella delle abitazioni. La tomba a dado ha una forma squadrata; quella a edicola ha un tetto a spioventi.

Tombe come case

Presso le città più ricche e maggiormente in contatto con la Magna Grecia si trovano le tombe più lussuose. Sono ornate da rilievi o dipinti che alludono alla vita dell’oltretomba, sentita come una naturale prosecuzione della vita terrena.

Nella necropoli della Banditaccia a Cerveteri i rilievi scolpiti nel tufo di alcune tombe a tumulo e a ipogeo riproducono gli arredi di una casa etrusca, come sedie e letti. Alle pareti della Tomba dei Rilievi (10) si trovano anche stucchi dipinti raffiguranti oggetti d’uso domestico come pentole, arnesi per il lavoro, armi, scudi ed elmi, insieme ad animali e spiriti protettori.

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Tombe dipinte

A Tarquinia si trovano numerose tombe con pitture parietali che rappresentano scene di vita quotidiana, episodi mitologici, animali, piante e immagini simboliche. I colori sono vivaci e le forme appiattite.

Nella Tomba dei Leopardi (11) una scena di banchetto, che si svolge lungo le pareti della piccola stanza, richiama probabilmente il pasto rituale che accompagnava la cerimonia funebre. Sul fondo, uomini (con la carnagione scura) e donne (con la carnagione chiara) sono semidistesi a coppie su triclini, i divani su cui si consumava il pasto. Fra i triclini si muovono i servi nudi, mentre sulla destra un danzatore con una coppa in mano e due musici allietano il banchetto. La scena si svolge all’aperto fra piante di ulivo, sotto una tenda a motivi geometrici colorati dipinta sul soffitto. Sopra le tre coppie sono raffigurati due leopardi, uno di fronte all’altro, che danno il nome alla tomba.

Il sarcofago

Dalle necropoli etrusche provengono gioielli, ceramiche e contenitori, in terracotta o pietra, per i resti dei defunti. Fra questi ultimi, il sarcofago, composto da cassa e coperchio, è spesso sormontato da una scultura raffigurante il defunto adagiato sul fianco sinistro come su un triclinio, da solo o con il coniuge.

Il Sarcofago degli sposi (12), proveniente dalla necropoli di Cerveteri, presenta una coppia di sposi semidistesi su un letto con raffinate decorazioni. Le sculture avevano la funzione di urne cinerarie, cioè custodivano le ceneri dei defunti al proprio interno. I personaggi presentano volti sorridenti poco espressivi, con occhi allungati e capelli raccolti in trecce simmetriche: le fisionomie richiamano i modelli del koùros e della kòre dell’arte greca arcaica (vedi p. 66). L’opera, in origine dipinta con colori vivaci, offre un’immagine serena della coppia.

  ricorda
Gli Etruschi
  • Le città avevano mura                                                           con imponenti porte
  • I templi sono costruiti secondo un nuovo ordine architettonico, detto                                                           
  • Le tombe erano concepite come                                                           , con arredi, rilievi e                                                           parietali

Le vie dell'arte - volume B
Le vie dell'arte - volume B
Dalla preistoria a oggi