E oggi?

  E OGGI?

Gli artisti continuano a provocare, denunciare e criticare la società

In una realtà come quella contemporanea, frammentata, provocatoria e in continuo movimento, è difficile scegliere alcune personalità, tra quelle attive ai giorni nostri, per rappresentare le ultime tendenze del mondo artistico. È anche difficile studiare in modo obiettivo eventi, personaggi e opere attivi tra gli anni Novanta del Novecento e i Duemila: sarà il tempo a stabilire quali conquisteranno un posto duraturo nei manuali e nelle ricostruzioni critiche.

Le irriverenti provocazioni di Damien Hirst

L’inglese Damien Hirst (1965-) è solito stupire il mondo con le sue provocazioni, che mirano a far riflettere gli spettatori sui deboli confini tra vita, arte e rappresentazione (vedi p. 307): nelle sue opere usa spesso animali impagliati (e questo ha provocato le proteste degli animalisti) e molte delle sue creazioni propongono una riflessione irriverente sul tema della morte.

Una delle sue opere più note, For the Love of God (97) (“Per amore di Dio”) è un teschio umano ricoperto di platino e con incastonati più di ottomila diamanti. Che cosa è vero e che cosa è rappresentazione e metafora? Secondo le dichiarazioni di Hirst, la base dell’opera è un vero teschio come sono veri i denti, ma l’artista lo ha trasformato in un preziosissimo gioiello che, invece di far riflettere sulla caducità della vita, la celebra grazie a materiali pregiati.

Maurizio Cattelan e l’arte della sconfitta

In modo altrettanto irriverente l’italiano Maurizio Cattelan (1960-), in Novecento (98), appende un cavallo imbalsamato al soffitto di una sala del Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli (Torino). L’animale è sospeso al soffitto tramite un’imbragatura, le zampe sono innaturalmente allungate, ma nonostante questo non riescono a toccare il suolo, come se l’animale avesse dentro di sé ancora un desiderio di muoversi che l’imbragatura impedisce e cancella: l’opera, per ammissione dello stesso artista, diventa un simbolo della frustrazione, dell’insicurezza, della sconfitta.

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La protesta politica di Ai Weiwei

L’artista di origine cinese Ai Weiwei (1957-) riflette invece sul ruolo dell’arte come strumento di denuncia politica. A lungo perseguitato dal governo per le sue idee e le sue opere, con le sue creazioni induce il pubblico a riflettere sulle crisi politiche e umanitarie del mondo contemporaneo.

Nel 2017 l’artista ha creato la gigantesca installazione Law of the Journey (99) (“La legge del viaggio”), costruendo un grandissimo gommone affollato di persone, una chiara denuncia delle condizioni in cui i migranti sono costretti ad affrontare i loro viaggi.

Nessuno dei personaggi dell’opera di Ai Weiwei ha un volto, a sottolineare come questa devastante esperienza cancelli le loro storie personali e la loro identità.

Il ruolo della donna: Cindy Sherman

Cindy Sherman (1954-), una delle donne più influenti del mondo dell’arte – tradizionalmente ancora dominato da uomini –, fotografa se stessa e le donne della società contemporanea: con la sua arte vuole distruggere gli stereotipi che ancora circondano il ruolo femminile e mettere a nudo le costruzioni che i mass media, il cinema, la moda impongono.

Nelle sue foto si traveste, impersona ruoli diversi o, come in Untitled #461 (100), smaschera i trucchi pesanti che non riescono a nascondere la tristezza della donna ritratta, pur nell’ambiente gioioso di una festa o di una discoteca. Le sue opere indagano così il tema dell’identità, della bellezza e delle sue maschere e, al di là dei pregiudizi, della difficoltà di affermazione femminile nel mondo contemporaneo.

  ricorda
L’arte del nostro tempo
  • L’arte del nostro tempo è spesso provocatoria
  • Con le loro opere gli artisti vogliono far riflettere sui problemi della società                                                            

Le vie dell'arte - volume B
Le vie dell'arte - volume B
Dalla preistoria a oggi