SCOPRI L'OPERA - Marilyn Diptych

arte e pubblicità

scopri l’opera

Andy Warhol

Marilyn Diptych

Che cosa sappiamo?

Marilyn Monroe è stata un’attrice, cantante e modella statunitense, considerata una delle donne più belle del mondo; ancora oggi, a tanti anni dalla scomparsa avvenuta nel 1962, è un’icona del mondo moderno. Andy Warhol dedica alla sua figura un dittico, cioè un’opera composta di due tele in cui una foto della donna è riprodotta cinquanta volte. La forma della composizione e il suo titolo, Diptych (che significa, appunto, dittico), fanno esplicito riferimento agli altari composti da due tavole dell’arte medievale cristiana: in modo irriverente e quasi blasfemo, è come se Warhol ci invitasse a “venerare” Marilyn, come faremmo con una divinità.

Che cosa vediamo?

Il dipinto ha dimensioni monumentali: già dal formato annuncia la sua importanza e richiede la nostra attenzione. Eppure osservandolo è difficile fissarsi su un solo punto: il volto di Marilyn compare tantissime volte, ma è come se fosse stampato senza attenzione in bianco e nero o con colori innaturali e in alcune porzioni della tela sembra quasi cancellato dalle macchie. Così il nostro occhio vaga senza riuscire a fermarsi.

Leggiamo l’opera

L’immagine riprodotta non è stata creata dall’artista: si tratta di una foto pubblicitaria dell’attrice, scattata nel 1953, che Warhol si è limitato a riprodurre e a combinare. Dall’immagine frammentata molteplici volte, Marilyn ci osserva in modo seducente, ma la ripetizione la rende quasi una maschera inanimata.

Questo effetto è ottenuto anche grazie alla tecnica utilizzata, chiamata serigrafia, un particolare processo di stampa. La serigrafia sembra “appiattire” il viso di Marilyn Monroe, togliendo la tridimensionalità ma anche la vita e l’espressione.

La presenza di uno sfondo indefinito contribuisce a dare questa sensazione: l’attrice sembra sospesa in un vuoto senza tempo.

Come in molte opere di Warhol, il dittico diventa una critica sottile sia dell’arte sia della vita moderna: la piattezza dell’immagine si riferisce infatti alla società contemporanea, che ha trasformato l’attrice in una sorta di automa senza vita.

Allo stesso tempo l’opera di Warhol solleva interrogativi su che cosa è arte nel mondo contemporaneo: l’opera è infatti stata riprodotta con un procedimento automatico – quello della serigrafia – e le minime differenze tra i volti, insieme alle macchie, sono dovute al mezzo meccanico e quasi casuale utilizzato. L’opera d’arte è diventata quindi riproducibile infinite volte, riducendo al minimo il ruolo del suo creatore.

Così come l’attrice è diventata quasi una maschera piatta e senza vita, così l’artista è diventato simile a una macchina.

Le vie dell'arte - volume B
Le vie dell'arte - volume B
Dalla preistoria a oggi