Tra gli anni Quaranta e Sessanta del Novecento si sviluppa una nuova tendenza artistica che caratterizza sia l’Europa sia gli Stati Uniti: proseguendo le sperimentazioni dell’arte astratta agli inizi del secolo, gli artisti abbandonano in modo sempre più cosciente la raffigurazione di forme e soggetti tratti dalla realtà e propongono invece un’arte frutto di un modo di esprimersi istintivo e passionale: gettano colori sulla tela, la tagliano, bruciano il supporto creando un’originale mescolanza di pittura e scultura.
Non si tratta di un movimento organizzato – come invece erano state le Avanguardie –, ma di artisti che in luoghi e continenti diversi danno importanza non tanto o non solo a cosa viene raffigurato nelle loro opere, ma al modo di crearle, con gesti istintivi e liberi.
Per questo motivo i critici parlano di informale, cioè di un’arte che sembra fare a meno delle forme e, come in un’improvvisazione teatrale, è creata senza avere un progetto preciso in mente, lasciando che colori e materiali diventino i veri protagonisti dell’opera insieme al gesto dell’autore.