Marc Chagall

Originario della Russia, Marc Chagall (1887-1985) arriva a Parigi nel 1912, attirato, come molti artisti della sua generazione, dal fascino della capitale francese, centro internazionale delle Avanguardie all’inizio del XX secolo.

Chagall porta con sé le tradizioni russe e l’amore per la cultura popolare, le fiabe, i racconti, i canti, tipici delle campagne della sua terra d’origine, temi che trasferisce in molti suoi dipinti.

Nel 1917 l’artista torna in patria: in Russia scoppia la rivoluzione, che pone fine al governo degli zar e porta al potere il comunismo. Per Chagall però è difficile affermarsi come pittore nel nuovo Stato, così si trasferisce di nuovo in Francia, prima a Parigi e poi nel Sud, in Provenza.

L’amore per la propria terra

Proprio a Parigi Chagall dipinge Io e il mio villaggio (42), in cui racconta con colori squillanti la sua infanzia russa: in un’immagine fortemente idealizzata raffigura il paese in cui è nato, un piccolo centro di campagna, con uomini e animali.

L’artista mescola le influenze di ciò che vede succedere in quegli anni a Parigi con uno stile personalissimo e molto riconoscibile: le forme sono scomposte e ricomposte come in un dipinto cubista, ma i colori innaturali e brillanti, insieme ai grandi volti in primo piano, creano un’atmosfera fiabesca e irreale, come in un’antica favola russa.

Favola romantica

L’incontro con Bella Rosenfeld influenza la pittura dell’artista russo: a lungo Chagall raffigura il loro incontro, il loro fidanzamento e la loro vita insieme, trasfigurandola in una sorta di moderna fiaba d’amore. Nel Doppio ritratto con bicchiere di vino (43) i due sposi, sorridenti, sembrano sospesi sopra un ponte di Parigi: il pittore, sulle spalle di Bella, è vestito con abiti dai colori vivaci che esprimono la gioia di essere con la moglie. A rimarcare l’amore che li unisce, l’angelo della felicità vola su di loro.