Le vie della storia

Per cominciare

Le vie della storia

Le guerre mondiali e i totalitarismi

Il Novecento è un secolo di grandi trasformazioni sociali e terribili conflitti. La Prima guerra mondiale (1914-1918) coinvolge il mondo intero, lasciando dietro di sé milioni di caduti e portando a cambiamenti epocali (1).

Nel 1917 in Russia una rivoluzione abbatte il potere degli zar, i sovrani che controllavano fin dal Cinquecento un impero immenso. Viene avviata la costruzione di una società in cui il potere è affidato alla classe operaia, secondo i princìpi del comunismo, il quale però si trasforma presto in un totalitarismo, cioè in una forma di governo assoluta guidata da un unico partito che controlla ogni aspetto della vita dei cittadini.

In Italia, dal 1925 si impone la dittatura fascista, mentre in Germania si afferma il nazismo: due regimi totalitari, che esasperano il senso di identità nazionale e perseguitano le minoranze.

Nel 1939, con l’invasione della Polonia da parte del dittatore nazista Adolf Hitler, scoppia la Seconda guerra mondiale: per sei anni il conflitto sconvolge tutti i continenti, causando la morte di milioni di civili con l’utilizzo di armi di distruzione di massa.

Due superpotenze

Alla fine della Seconda guerra mondiale l’Europa è in macerie. L’Unione Sovietica e gli Stati Uniti d’America si scontrano per il predominio sul Vecchio Continente creando un clima di tensione che sembra sempre sul punto di scoppiare in un conflitto vero e proprio: la cosiddetta Guerra Fredda. Le due superpotenze non useranno mai una contro l’altra l'arma di distruzione di massa che entrambe possiedono, la bomba atomica, ma fino alla fine degli anni Ottanta del Novecento si affronteranno in una serie di scontri “indiretti”, da Cuba al Vietnam, e di logoranti operazioni di spionaggio.

Nel 1989 viene abbattuto il Muro di Berlino e in pochi anni crolla l’Unione Sovietica: è la fine della Guerra Fredda.

Le sfide della società contemporanea

Nel dopoguerra le nazioni europee abbandonano i territori delle colonie in Africa e Asia, spesso in seguito a lotte sanguinose. Nonostante l’indipendenza, i nuovi Stati vivono in una condizione di drammatica povertà: è il cosiddetto “terzo mondo”, dove le precarie condizioni economiche, sociali e politiche creano situazioni conflittuali e pericolose.

Oggi milioni di persone lasciano i Paesi dell’America Centrale, dell’Africa e dell’Asia, a causa della povertà e delle dittature, disposte a viaggi rischiosissimi pur di avere migliori prospettive di vita nel “primo mondo”. Risolvere in modo pacifico le tensioni che l’immigrazione provoca nei Paesi occidentali è una questione che vede impegnata la società moderna. Altrettanto drammatica e sconvolgente è diventata, in anni recenti, la minaccia del terrorismo (2). Un’ulteriore sfida è quella dell’ecologia: oggi lo sviluppo economico deve tenere conto del fragile equilibro del pianeta che abitiamo.

 LEGGI LA CARTA
Il mondo al tempo della Guerra Fredda

Dopo la Seconda guerra mondiale gli Stati Uniti contribuiscono alla ricostruzione in Europa occidentale, e molti Stati europei si alleano nel 1949 con la potenza americana firmando il Patto Atlantico (NATO). Il Patto di Varsavia (1955) è invece l’alleanza militare tra l’Unione Sovietica e gli Stati dell’Europa orientale, dove sono sorti, nel secondo dopoguerra, regimi comunisti.

dalla storia all'arte

Subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, il pittore inglese Francis Bacon realizza un’immagine inquietante mescolando insieme alcuni elementi molto riconoscibili: una figura con un ombrello nero (che ricorda il primo ministro inglese degli anni immediatamente precedenti alla guerra) e sullo sfondo una gigantesca carcassa di animale.

  • Che sensazioni ti provoca il dipinto? Come fa l’autore a darti l’idea delle terribili condizioni dell’Europa nel dopoguerra senza rappresentare armi o soldati?

 >> pagina 436 

Le vie dell’arte

Le Avanguardie

Per definire l’arte del primo Novecento si usa il termine Avanguardie, una parola presa dal linguaggio militare che indica il reparto che apre le file dell’esercito: si tratta infatti di correnti che, spesso anticipando i tempi, rivoluzionano l’arte in modi diversi, ma tutti accomunati dalla rottura con il passato.

Il Cubismo, il Fauvismo e l’Astrattismo, per citare solo alcuni movimenti, sembrano disgregare la forma e lo spazio delle composizioni. Molto sperimentale è anche l’architettura della prima metà del Novecento, anche grazie allo sviluppo di materiali innovativi come il cemento armato: queste diverse esperienze vanno sotto il nome di Modernismo o Movimento moderno.

Tutto può diventare arte

Molte delle Avanguardie, anche se producono un’arte radicalmente nuova, continuano a usare tecniche tradizionali, come la pittura e la scultura. Agli inizi del Novecento però alcuni artisti, per primo Marcel Duchamp (3), realizzano composizioni utilizzando oggetti inusuali – per esempio, una ruota di bicicletta o uno scolabottiglie –, che nessuno, prima di allora, si sarebbe azzardato a chiamare arte. Quelle che all’inizio sembrano solo eccentriche provocazioni, in realtà cambiano il modo di fare arte: l’artista sceglie degli oggetti quotidiani e li colloca in uno spazio espositivo dando loro un significato diverso. Per la prima volta l’arte non rappresenta più il mondo esterno o i sentimenti di chi la produce, ma ha obiettivi diversi: provoca, suscita ironia (e a volte anche fastidio), fa riflettere sulle contraddizioni del mondo contemporaneo. In questo modo il pubblico – con la sua reazione – diventa una parte essenziale dell’opera (4). Queste nuove forme d’arte di inizio Novecento precorrono molte delle correnti dei nostri giorni che utilizzano mezzi insoliti (come il video o addirittura, nelle cosiddette performance artistiche, il corpo dell’artista stesso) e che talvolta, se non vengono interpretate nel modo corretto, suscitano sconcerto e perplessità.

L’arte nella società dei consumi

Nel Novecento cambia radicalmente anche il rapporto dell’uomo moderno con gli oggetti di consumo che sono acquistati in massa dagli utenti influenzati dalla pubblicità. Nel secondo dopoguerra alcune correnti artistiche – come la Pop Art – raffigurano gli oggetti-simbolo del mondo contemporaneo, ridefinendo cosa è degno di essere raffigurato (per esempio, una bottiglia di Coca-Cola o il volto di un’attrice famosa).

Dopo l’ultimo conflitto mondiale le città, in continua espansione, cambiano profondamente: gli architetti usano nuovi materiali tecnologici e sono attenti all’impatto ambientale delle loro creazioni. Diventano delle vere e proprie personalità mediatiche – le cosiddette archistar – al centro dell’attenzione pubblica per i loro progetti spettacolari.

  ricorda
L’arte nel Novecento

Primo Novecento

  • Le Avanguardie rivoluzionano l’arte rompendo con il passato.
  • Alcuni artisti usano tecniche mai sperimentate prima, per provocare e far riflettere.

Secondo Novecento

  • Si afferma la Pop Art, che utilizza gli oggetti-simbolo del mondo moderno.
  • Il pubblico ha un ruolo attivo.
  • L’arte utilizza nuovi mezzi espressivi, come il video e la performance.

Il tempo

Le vie dell'arte - volume B
Le vie dell'arte - volume B
Dalla preistoria a oggi