Puntinismo e Divisionismo

Puntinismo e Divisionismo

Un uso scientifico del colore, che viene scomposto in puntini o segmenti accostati tra loro senza mescolarsi

Gli studi teorici sulla natura e la composizione dei colori e sugli effetti ottenuti attraverso i diversi accostamenti (vedi p. 410) influenzano l’arte francese e italiana: nascono così due movimenti, il Puntinismo (o Pointillisme, in francese) e il Divisionismo, che hanno un approccio quasi scientifico ai colori e alle loro qualità.

Il Puntinismo francese

Per due anni, tra il 1884 e il 1886, Georges Seurat (1859-1891) lavora alla creazione del suo capolavoro, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte (29), un grande dipinto che raffigura i personaggi più diversi in un parco in riva alla Senna, dove i parigini di ogni classe sociale amavano trascorrere le loro domeniche. La composizione è rigorosissima, molto lontana dai dipinti quasi spontanei e realizzati dal vero degli impressionisti: dai numerosi studi preparatori, come Paesaggio, uomo seduto (30), sappiamo che l’autore fece uno schizzo dal vivo, ma poi eseguì il dipinto in studio.

Le figure sono perfettamente frontali, come la donna con l’ombrellino rosso che avanza verso lo spettatore tenendo la figlia per mano, oppure di profilo, come le due figure alte a destra, due ricchi parigini dagli abiti eleganti accompagnati da un cagnolino e da una scimmietta.

Il colore è usato in modo originale, tanto che il dipinto diventa quasi un manifesto del Puntinismo: per realizzare le diverse tonalità l’artista non sfuma il colore, ma accosta semplicemente puntini colorati di tinte differenti: in questo modo i colori puri non vengono mai mescolati sulla tela, ma è l’occhio umano dell’osservatore a ricomporli e a fonderli tra loro.

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Il Divisionismo italiano

Dalla fine dell’Ottocento anche in Italia vengono condotti esperimenti simili sulla scomposizione del colore: nasce così il Divisionismo. Probabilmente gli artisti italiani non conoscevano gli esperimenti francesi, ma condividevano con gli artisti d’Oltralpe l’interesse per la teoria dei colori. A differenza dei francesi, però, gli italiani sono più “empirici”: il loro approccio al colore, pur supportato da studi scientifici, è sempre più poetico e meno razionale.

Principale pittore del movimento in Italia è Giovanni Segantini (1858-1899): la sua Ave Maria a trasbordo (31) è realizzata negli stessi anni in cui Seurat dipinge Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte e in modo analogo i colori primari sono solamente avvicinati tra loro, senza mescolarli. In un lago lombardo, il sole del tramonto illumina una barca che trasporta una famiglia e un gregge di pecore. L’acqua intorno a loro si dispone con pennellate allungate e concentriche di azzurro e giallo dorato: il colore non è usato solo in modo scientifico, ma diventa simbolico e quasi misterioso, suggerendo un grande senso di pace.

  ricorda
Puntinismo e Divisionismo
  • Utilizzano la scomposizione dei                                                           in punti colorati (Puntinismo francese) o pennellate allungate (                                                          italiano) accostati tra loro
  • Il Divisionismo usa il colore in modo più poetico

IL SEGNAlibro

I nuovi mestieri dell’arte

Le opere d’arte sono sempre state comprate e vendute, come ogni altro “bene” in commercio. Ma il mercato dell’arte in senso attuale si considera nato a metà dell’Ottocento in Francia, dove la lunga tradizione dei “Salons” (vedi p. 380) consentiva agli artisti di farsi conoscere dal pubblico. In tutta Europa la bottega d’arte tradizionale era scomparsa, ed era molto diminuita la committenza dei nobili e della Chiesa, cosicché il rapporto fra l’artista e il cliente doveva stabilirsi in altri modi: in Italia, attraverso le mostre delle Società Promotrici delle Belle Arti e di altre associazioni, le Esposizioni nazionali, e dal 1895, la Biennale di Venezia. Entrarono a far parte stabilmente del sistema delle arti le gallerie e i mercanti professionisti. Anche nel campo dell’arte antica fiorì un vivace mercato, in particolare in Italia, e prese forma il mestiere dell’antiquario, un commerciante esperto di antichità e d’arte. A causa della grande domanda internazionale di opere d’arte del Medioevo e del Rinascimento italiano, si intensificò la produzione di falsi, che ingannarono molti acquirenti, compresi i direttori di alcuni musei. Le odierne indagini scientifiche riescono quasi sempre a far riconoscere le falsificazioni.

Le vie dell'arte - volume B
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Dalla preistoria a oggi