GLI artistI
Théodore Géricault ed Eugène Delacroix
Un’arte che indaga la condizione umana
Un’arte che indaga la condizione umana
Dalla fine del Settecento l’Italia non è più all’avanguardia per la produzione artistica: in questo ruolo è sostituita dalla Francia e soprattutto da Parigi, con artisti che proseguono nelle sperimentazioni già iniziate da David e Ingres (vedi pp. 368-369) aprendosi a nuovi temi e scelte stilistiche.
Protagonisti del primo Ottocento a Parigi sono due pittori molto diversi, Théodore Géricault ed Eugène Delacroix, profondamente romantici, accomunati dall’amore per la storia e le sue tragedie, nonché dalla passione per i viaggi, che permettono loro di conoscere la grande arte italiana del passato (nel caso di Géricault) o affascinanti Paesi lontani (nel caso di Delacroix).
Uomo profondamente inquieto e tormentato, Théodore Géricault (1791-1824) fa scandalo esibendo una tela gigantesca dedicata a una tragedia contemporanea, il naufragio di una nave francese (vedi p. 386).
Negli ultimi anni della sua breve vita l’artista si interessa alla follia umana e realizza una serie di dieci ritratti di uomini e donne affetti da malattie mentali, pazienti di un medico parigino suo amico.
Il dipinto Alienata con monomania dell’invidia (9) è sconvolgente nel suo realismo e nella sua capacità di documentare la malattia mentale e i suoi effetti sull’aspetto esteriore. Il volto è accigliato, solcato da rughe profonde e il corpo, avvolto in un mantello tratteggiato sommariamente, sembra emergere prepotentemente dal fondo indistinto, quasi sfidando l’osservatore.
Eugène Delacroix (1798-1863) è il primo artista francese a interrompere la tradizione del “viaggio di studi” in Italia per conoscere le testimonianze del passato e i grandi maestri del Rinascimento.
Con una scelta controcorrente, tra il 1832 e il 1834 viaggia invece in Africa del Nord, in Algeria e Marocco. Questa esperienza lo segna profondamente: per documentare ciò che vede in Africa, disegna incessantemente. I suoi schizzi, realizzati ad acquerello su piccoli taccuini, sono accompagnati da annotazioni, a comporre una sorta di diario di viaggio (10).
La scelta dei soggetti, diversi dai temi di ispirazione classica che a lungo avevano caratterizzato l’arte francese tra Settecento e Ottocento, lo rendono anche più libero stilisticamente, poiché soggetti nuovi impongono uno stile nuovo, lontano dalla pratica del disegno tipica dell’arte italiana e dell’insegnamento nelle Accademie.
In Donne di Algeri nelle loro stanze (11) Delacroix dipinge la vita, sensuale e lenta, delle donne di un harem, l’ambiente riservato alla vita femminile nella residenza di un nobile del luogo.
Le figure femminili sono sedute su ricchi e colorati tappeti e indossano tessuti preziosi: l’attenzione con cui sono ritratte e con cui è descritto l’ambiente testimonia la passione dell’artista per le tradizioni di un mondo completamente diverso da quello dei salotti parigini. La composizione è ottenuta con l’accostamento di colori brillanti e con raffinati giochi di luce.
Le vie dell'arte - volume B
Dalla preistoria a oggi