Il vedutismo

Il vedutismo

Canaletto e Guardi sono maestri nel nuovo genere delle vedute, ricordi di luoghi e monumenti italiani

Un nuovo stile per i viaggiatori

Nel Settecento in Italia, soprattutto a Venezia, si sviluppa un nuovo genere di pittura, chiamato vedutismo. La veduta serve a ricordare in modo oggettivo luoghi o eventi storici, molto richiesto sia dai veneziani sia dai visitatori stranieri, che desiderano un ricordo dei loro viaggi nella laguna. La visione diventa così, per richiesta della committenza, scrupolosa e precisissima.

Massimi esponenti del vedutismo a Venezia sono due pittori: Antonio Canal, detto il Canaletto (1697-1768), e Francesco Guardi (1712-1793).

La camera ottica

Per ottenere una veduta il più possibile precisa, i vedutisti si avvalgono di uno speciale apparecchio a forma di scatola, chiamato “camera ottica” (15). Facendo entrare i raggi luminosi da un piccolo foro, la camera ottica permette di proiettare l’immagine desiderata sulla superficie opposta, dove appare capovolta e sfocata: raddrizzata e resa nitida con un sistema di lenti e specchi, e poi riflessa su uno schermo, viene ricalcata dal pittore, il quale ottiene così degli schizzi che poi utilizza per realizzare il quadro.

La camera ottica serviva per ottenere una raffigurazione “esatta” e scientificamente corretta, evitando che il pittore si distraesse con elementi estranei.

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Una veduta veneziana

Nella Veduta di Palazzo Ducale di Canaletto (16) i palazzi lungo il canale e lo spiazzo tra Palazzo Ducale e la Zecca costituiscono una specie di fondale teatrale per il trafficatissimo bacino di San Marco, nel Canal Grande. L’acqua è percorsa da numerose barche su cui lavorano i gondolieri, che aggiungono vivacità all’insieme con le loro vesti variopinte.

Come in una foto perfettamente a fuoco, gli edifici si dispongono lungo una diagonale che dà profondità alla composizione. La Basilica di San Marco compare di scorcio, quasi in ombra: s’intravvedono solo le inconfondibili cupole e la decorazione gotica degli archi che chiudono il portico sul fianco destro. I marmi rosa e bianchi di Palazzo Ducale, sulla destra, sono invece investiti da una luce calda e avvolgente che li fa risplendere di toni dorati; a fianco del palazzo lo sguardo si allarga progressivamente verso le Prigioni e, a chiudere la veduta, svettano i camini del signorile Palazzo Dandolo.

  ricorda
Il vedutismo
  • I turisti stranieri commissionano vedute dettagliate dei luoghi che visitano
  • I vedutisti si aiutano con la                                                           ottica per avere raffigurazioni fedeli
  •                                                           e Guardi sono i principali vedutisti

IL SEGNAlibro

  Il Grand Tour: UN viaggio per imparare

Nel nostro Paese, ricco di città d’arte e di bellezze naturali, siamo abituati alla presenza di visitatori stranieri. Fino al secolo scorso, però, viaggiare per ammirare le attrattive dell’Italia era un’opportunità riservata a pochi privilegiati, che seguivano la tradizione del Grand Tour, affermatasi nel Settecento per i giovani europei di buona famiglia: un viaggio “grande”, che toccava le mete d’eccellenza della Penisola. Tra queste c’erano Venezia, per il suo splendore di città sull’acqua; Firenze per i capolavori d’architettura e d’arte; Roma per l’antichità e per il Papato; Napoli e il Sud per i monumenti greco-romani, compresi gli scavi di Ercolano e Pompei, e per gli affascinanti vulcani attivi. Si viaggiava da soli o in gruppo, con tempi lunghi, tra scomodità e pericoli, come raccontano i diari giunti fino a noi. Il Grand Tour era un’esperienza educativa perché permetteva di conoscere le usanze di altri Paesi. Molti di questi “turisti” riportavano in patria opere antiche, ma anche contemporanee: non a caso le più belle vedute del Canaletto si trovano all’estero.

Le vie dell'arte - volume B
Le vie dell'arte - volume B
Dalla preistoria a oggi