Francesco Borromini

Barocco

l’artista

Francesco Borromini

Con le sue piante ingegnose e le facciate ondulate, Borromini rappresenta il volto bizzarro del Barocco

Francesco Borromini (Bissone 1599-Roma 1667) nasce nell’attuale Canton Ticino (Svizzera) da una famiglia di intagliatori di pietre. Da giovane lavora a Milano presso lo zio materno per la grande fabbrica del duomo. La cattedrale, iniziata nel Trecento ma ancora in costruzione nel Seicento, suscita in lui un insolito interesse per l’architettura gotica, che lo rende unico nel panorama degli artisti del Barocco romano e che influenzerà i suoi progetti.

Trasferitosi a Roma, realizza i primi lavori con il futuro rivale, Bernini, di cui però non eguaglierà mai la fama: sappiamo che il ruolo di Borromini fu decisivo per il Baldacchino di San Pietro (vedi p. 326) e che, anche se Bernini fece il possibile per oscurarlo, tutti i disegni che abbiamo della struttura sono suoi.

Complesse piante geometriche

L’amore di Borromini per edifici complicati di ispirazione gotica si legge molto bene nella Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane (18), a cui l’architetto lavora dal 1634: la chiesa ha una pianta complessa che, in modo insolito rispetto alle tradizionali architetture di edifici religiosi, parte dalla figura geometrica del triangolo. La struttura della chiesa, in pianta, è resa ancora più complicata da quattro grandi nicchie: all’esterno si susseguono così forme piene e vuote, concave e convesse.

Insoliti elementi verticali

Un’altra caratteristica dei progetti di Borromini è la presenza di molti elementi verticali, come elaborate guglie a spirale, insoliti per l’architettura barocca romana: ancora una volta l’ispirazione viene dall’architettura gotica. Questa caratteristica si osserva con chiarezza nella Chiesa di Sant’Ivo (19), costruita da Borromini a partire dal 1632 nell’antica sede dell’Università La Sapienza, a Roma. L’architetto deve affrontare una vera e propria sfida, soprattutto per la scarsità dello spazio a disposizione, perché la chiesa sorge su uno dei lati corti del cortile. Borromini progetta una facciata concava e, come quella di San Carlo, animata dal movimento. Al di sopra si trova la cupola, che termina in un’alta struttura, chiamata lanterna, avvitata a spirale come una guglia gotica.

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L’illusionismo

Una delle caratteristiche principali dell’arte barocca è il senso di meraviglia che vuole suscitare nello spettatore. Borromini, pur essendo a suo modo un eccentrico, non è estraneo a questa tendenza. Nel 1632 il cardinale Bernardino Spada acquista un palazzo cinquecentesco e incarica l’architetto di adattarlo al nuovo gusto. Nella cosiddetta Galleria della prospettiva (20) all’interno del romano Palazzo Spada Borromini crea un capolavoro di illusionismo barocco.

La galleria, che si trova a lato del cortile d’ingresso, è quello che si chiama un trompe-l’oeil, ossia un’architettura “che inganna l’occhio” (è il significato dell’espressione in francese), fingendo di essere molto più grande di quello che è in realtà. È lunga infatti solo otto metri, ma se la si osserva dall’ingresso si ha l’impressione che sia lunga più del triplo.

L’effetto, che stupiva i visitatori del palazzo, è ottenuto diminuendo progressivamente l’altezza delle colonne e costruendo, sempre a fini prospettici, un pavimento in salita e un soffitto in pendenza. La galleria è dunque come un cannocchiale, con l’ingresso di dimensioni normali, ma l’apertura in fondo di misure ridottissime.

Per aumentare l’illusione, al termine della galleria si trova una scultura che sembra a grandezza naturale, mentre in realtà è alta solo 60 centimetri.

  ricorda
Francesco Borromini
  • Rispetto a Bernini è solo                                                           
  • Progetta piante                                                           e facciate con pieni e vuoti
  • Crea architetture illusionistiche

Le vie dell'arte - volume B
Le vie dell'arte - volume B
Dalla preistoria a oggi