Caravaggio

Barocco

l’artista

Caravaggio

Le opere di Caravaggio sono rivoluzionarie per l’uso della luce e per lo sconvolgente realismo

La biografia e l’arte del pittore Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (Milano 1571-Porto Ercole 1610), presentano radicali novità. Caravaggio è un artista rivoluzionario, insieme famoso e controverso: muore a soli trentanove anni, dopo una vita travagliata e avventurosa, e già i suoi contemporanei lo considerano un “pittore maledetto”. Oggi però sappiamo che, anche se è documentato che Caravaggio fu un uomo aggressivo e dalla condotta spesso violenta, molto della “leggenda nera” costruita intorno a lui si deve in realtà agli scritti di pittori rivali e antagonisti: a Roma, infatti, esisteva tra gli artisti una fortissima competizione.

Originario della Lombardia, alla fine del Cinquecento Caravaggio si sposta appunto a Roma: qualcuno ipotizza che il trasferimento sia dovuto al tentativo del pittore di sfuggire a una condanna. Qui Caravaggio inizia a lavorare per committenti famosi e potenti, come il cardinale Francesco Maria del Monte, uno dei maggiori intellettuali e collezionisti del tempo.

La prima natura morta

Sempre innovativo nella sua produzione, Caravaggio dipinge una delle prime nature morte autonome dell’arte italiana. La natura morta è una composizione priva di figure, in cui sono presenti soltanto oggetti inanimati, e per la prima volta questo soggetto compare non come dettaglio di una scena più ampia, ma come un tema autonomo, con una indubbia importanza.

La Canestra di frutta (11) raffigura, con precisione analitica, un cesto di frutta che sporge dalla superficie su cui è appoggiato, in alto, come se fosse su una mensola; all’interno ci sono frutti e foglie di ogni genere. Si tratta di una composizione solo apparentemente realistica: Caravaggio ha infatti unito insieme frutti di stagioni diverse. A prima vista sembrano brillanti e maturi, ma alcuni sono già bacati o intaccati dalle malattie. In questo modo l’autore vuole simboleggiare la precarietà dell’esistenza umana: ogni gioia è destinata a durare poco, e breve è la nostra vita.

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Un’umile Sacra Famiglia

Una delle opere giovanili di Caravaggio, il Riposo durante la fuga in Egitto (12), già preannuncia molte caratteristiche del suo stile maturo.

La scena sacra è inserita in un paesaggio dai colori caldi che sfuma all’orizzonte. La Vergine è addormentata con il Bambino in braccio; di fronte a un anziano Giuseppe sta, di spalle, un angelo musicista, la cui veste leggera lascia intravedere le forme del corpo nudo. è la raffigurazione di una famiglia normale, che si ferma a riposare lungo il cammino, stanca per il viaggio. Il momento è intimo, familiare, quasi umile: al di là delle ali dell’angelo, nessun elemento suggerisce che si tratti della Sacra Famiglia, se non la luce calda e avvolgente, simbolo del divino.

L’uso teatrale della luce

Agli inizi del Seicento il pittore, a dispetto della sua fama di “irregolare”, ottiene commissioni pubbliche di grande importanza: la decorazione della cappella Contarelli (vedi p. 320) e, nella Chiesa di Santa Maria del Popolo, quella della cappella funebre di monsignor Tiberio Cerasi.

Per una delle due pareti laterali del piccolo ambiente Caravaggio esegue la Crocifissione di san Pietro (13). Una luce chiarissima e violenta fa emergere dal buio la figura del santo, in posizione diagonale. Come un moderno faro teatrale, la luce illumina ogni particolare della scena, rappresentata con uno sconvolgente naturalismo, insolito per i soggetti religiosi: le venature del legno della croce, i piedi neri e i volti rugosi dei torturatori, lo sguardo quasi perplesso di Pietro.

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Figure prese dalla realtà

Il desiderio di raffigurare personaggi veri, popolari, colti in movimenti e posizioni realistiche, ritorna anche nella cosiddetta Madonna dei pellegrini (14) dipinta per la Chiesa di Sant’Agostino a Roma: in primo piano Caravaggio mette i piedi sporchi di terra del pellegrino, che ha affrontato un lungo viaggio e che si inginocchia con l’anziana compagna di fronte alla Vergine, la quale gli compare davanti a ricompensarlo della fatica. Anche Maria sembra una donna del popolo, che si mostra all’improvviso sulla porta di una casa della Roma del Seicento con il suo bambino in braccio.

I cronisti dell’epoca ci raccontano che il dipinto fu accolto con “grande schiamazzo”: in realtà il fatto che sia esposto nella chiesa che lo ha commissionato dimostra che, anche se forse suscitò reazioni contrastanti, fu accettato dai frati.

Una fine travagliata

La Madonna dei pellegrini è l’ultima opera che Caravaggio realizza a Roma: nel 1606, nel corso di una delle innumerevoli risse in cui è quotidianamente coinvolto, l’artista uccide un uomo per futili motivi. A nulla possono le potenti amicizie che Caravaggio ha nel mondo dei cardinali romani: condannato a morte, deve fuggire da Roma e intraprende lunghi viaggi, prima a Napoli, poi a Malta e in Sicilia, passando gli ultimi quattro anni di vita come un esule, pur continuando a produrre dipinti straordinari. Nel luglio del 1610 Caravaggio si imbarca da Napoli verso lo Stato pontificio ma, per una improvvisa febbre malarica, muore proprio quando l’annuncio della grazia papale gli avrebbe finalmente concesso il ritorno a Roma.

Nonostante la fine prematura, le sue opere, che uniscono uno sconvolgente realismo all’uso di una luce teatrale che anticipa il Barocco, influenzeranno intere generazioni di artisti.

  ricorda
Caravaggio
  • Dipinge la prima                                                           dell’arte italiana
  • Sceglie personaggi umili, del popolo, rappresentati con un realismo crudo
  • Utilizza la                                                           in un modo teatrale che anticipa il Barocco

Le vie dell'arte - volume B
Le vie dell'arte - volume B
Dalla preistoria a oggi