Guido Reni e Nicolas Poussin

classicismo

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Guido Reni e Nicolas Poussin

A Roma Guido Reni e il francese Nicolas Poussin si ispirano al classicismo di Annibale Carracci

La lezione di Annibale Carracci nella Galleria Farnese e la sua capacità di presentare storie mitologiche con raffinatezza e misura classica fanno scuola a Roma, sia tra i connazionali di Annibale, come il bolognese Guido Reni (1575-1642), sia tra pittori stranieri, come il francese Nicolas Poussin (1594-1665).

Guido Reni e la bellezza classica

Nel 1614 Guido Reni dipinge l’Aurora (9) sulla volta del casino del cardinale Scipione Borghese. Il casino è un piccolo edificio all’interno di un parco, sul colle del Quirinale, e serviva come luogo di sosta durante le visite o come lussuosa sede per feste e ricevimenti. Sul soffitto, il carro di Aurora appare al mattino, trainato da cavalli guidati dal dio Apollo, in una luce chiara e luminosa. Accanto al dio ci sono alcune figure femminili, che simboleggiano le ore della giornata, e sopra i quattro cavalli vola la personificazione della stella del mattino, con una torcia accesa. L’affresco è equilibrato e utilizza solo ed esclusivamente colori chiari. Tutte le figure sono belle ed eleganti e si muovono in modo composto: il modello ideale che ispira Guido Reni è, insieme ad Annibale Carracci, Raffaello (vedi p. 265).

Poussin e l’idealizzazione del mondo antico

Anche il francese Nicolas Poussin, lasciata Parigi, si trasferisce a Roma e qui si dedica allo studio delle antichità classiche e della storia antica. Si specializza in dipinti che evocano eventi del passato: il suo interesse, però, non è nell’accuratezza delle ricostruzioni storiche, ma nella creazione di immagini idealizzate del mondo antico. Realizza così dipinti enfatici, teatrali e insieme “classici”, ossia semplici, chiarissimi ed equilibrati nelle composizioni.

In questo senso, esemplare è Pastori in Arcadia (10), del 1639, raffigurante un gruppo di pastori idealizzati, che sembrano piuttosto eroi classici. In un paesaggio sereno, privo di accenni alle fatiche del lavoro, si sono fermati a osservare una tomba, di cui stanno leggendo l’iscrizione, mentre una donna li osserva: si tratta della morte personificata, a ricordare che la morte è sempre presente, anche in uno splendido paesaggio. Eppure, nonostante il soggetto possa apparire tragico, tutto è composto, calmo, misurato.

  ricorda
Reni e Poussin
  • Guido Reni dipinge miti classici ispirandosi ad Annibale Carracci e                                                           
  • Nicolas Poussin dipinge immagini                                                           del mondo antico

Le vie dell'arte - volume B
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Dalla preistoria a oggi