IN VISITA A… Villa Barbaro

manierismo

IN VISITA A... Villa Barbaro

dove siamo?

Villa Barbaro sorge a Maser, nella campagna nei dintorni di Treviso, in un territorio ricco di dimore signorili. Nel Rinascimento in Toscana, Lazio e Veneto, vengono erette numerose ville, ispirate in vario modo alle antiche residenze di epoca imperiale nei dintorni di Roma (come Villa Adriana a Tivoli, vedi p. 105). Le ville venete non sono solo luogo di svago e passatempi intellettuali, ma anche la sede dove i nobili veneziani pianificavano e controllavano il lavoro nei terreni annessi. Tuttora Villa Barbaro, oltre a essere un monumento nazionale visitabile, è al centro di un’azienda agricola diretta dagli attuali proprietari.

Che cosa sappiamo?

Fra il 1554 e il 1560 Palladio edifica la villa a Maser per i suoi principali protettori, i fratelli Daniele e Marcantonio Barbaro, esponenti di una delle più illustri famiglie patrizie della Repubblica veneziana. Fra il 1560 e il 1561 negli interni della residenza, Veronese realizza gli affreschi (con scene del mito, allegorie, paesaggi, personaggi reali di casa Barbaro), mentre Alessandro Vittoria (1525-1608) compie le sculture e la decorazione a stucco.

Che cosa vediamo?

L’architettura di Palladio. Villa Barbaro, come le altre ville palladiane, si sviluppa secondo precise simmetrie, rispetto a un corpo centrale, che emerge con un avancorpo.

La facciata richiama un tempio antico: presenta infatti colonne addossate sormontate da un frontone.

Ai lati del corpo principale della villa, si distribuiscono gli ambienti privati e i locali di servizio, ordinati secondo una precisa gerarchia ma affacciati sullo stesso fronte. Alle estremità ci sono le due colombaie con la meridiana in facciata.

Gli affreschi di Veronese. All’interno, l’architettura di Palladio si integra felicemente con gli affreschi di Veronese, che si concentrano soprattutto negli ambienti del corpo centrale. Finte architetture classicheggianti dipinte rivestono interamente le pareti e si inseriscono nell’architettura reale riprendendone forme e decorazioni. In questo scenario fantasioso trovano spazio personaggi a grandezza naturale, ripresi dalla realtà oppure tratti dal mito, che, attraverso scorci, sguardi e gesti, dialogano con lo spettatore.

Sala dell’Olimpo. Cuore della villa è la Sala dell’Olimpo, dove sono raffigurate divinità e allegorie. Arrivando dall’ingresso principale il visitatore ha l’impressione di essere ricevuto dalla padrona di casa: infatti si vede ritratta Giustiniana Giustiniani, moglie di Marcantonio Barbaro, con il figlio più piccolo Alvise, la nutrice, un pappagallo e un cane, tutti affacciati a un balcone dipinto a trompe-l’oeil, cioè con espedienti prospettici che danno l’illusione di un balcone vero. La nutrice solleva un dito per indicare i figli maggiori Almorò e Daniele, che sono affrescati sulla parete opposta.

Il giardino segreto. Sul retro della villa, verso la collina, si trova il “giardino segreto” con un ninfeo semicircolare. Qui, grazie a un sistema idraulico ben congegnato, si raccoglie l’acqua proveniente dalla collina, che tramite condutture giunge fino alle cucine, alle fontane davanti alla villa e infine ai campi da irrigare.

Alla fine della visita ho imparato che...

Palladio progetta una villa organizzata in modo simmetrico rispetto al corpo centrale e decorata dagli affreschi illusionistici di Veronese.

Le vie dell'arte - volume B
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Dalla preistoria a oggi