Le vie della storia

Per cominciare

Le vie della storia

La crisi delle Signorie e le guerre d’Italia

Il fragile sistema delle Signorie italiane è ormai in profonda crisi. I monarchi stranieri si contendono la conquista dei territori italiani, mentre il Mediterraneo è minacciato da Oriente dall’avanzata dell’Impero ottomano. A Firenze, dopo una fase repubblicana, dal 1532 i Medici instaurano un principato dinastico. Il trattato di Cateau-Cambrésis nel 1559 sancisce il dominio spagnolo degli Asburgo in Italia.

La “rivoluzione” di Copernico

L’uomo del Cinquecento, animato dalla sete di conoscere, allarga gli orizzonti del sapere e dell’esperienza, ma percepisce anche i propri limiti nei confronti dell’immensità che lo circonda. Nel 1543 lo scienziato Copernico dimostra che la Terra non è al centro dell’universo, come si è creduto fino a quel momento. Le certezze sulla centralità dell’uomo, tanto sentite nel secolo precedente, si incrinano.

La Riforma di Lutero e il Sacco di Roma

A Roma i papi intendono riportare la città agli antichi fasti dell’epoca imperiale, rendendola centro politico e culturale della cristianità. Ma ben presto si presentano gravi problemi da fronteggiare. Nel 1517 il frate tedesco Martin Lutero dà inizio alla Riforma protestante, che si contrappone alla Chiesa di Roma, criticando la corruzione, il potere e la ricchezza del clero cattolico. Nel 1527 le truppe mercenarie dell’imperatore Carlo V d’Asburgo saccheggiano Roma (Sacco di Roma) e molti, fra cui tanti artisti, abbandonano la città. In risposta alla Riforma, nel 1545 papa Paolo III Farnese convoca il Concilio di Trento, che si chiude nel 1563 dando precise indicazioni per avviare la Controriforma, un’opera di profonda riorganizzazione e revisione all’interno della Chiesa. Vengono dati anche precetti riguardanti l’arte religiosa.

 LEGGI LA CARTA
L’Italia dopo la pace di Cateau-Cambrésis

Dopo molte guerre, il trattato di pace di Cateau-Cambrésis del 1559 stabilisce il dominio spagnolo sul Ducato di Milano e sul Regno di Napoli; rimangono indipendenti la Repubblica di Venezia, quella di Genova, il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa.

dalla storia all'arte

Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I de’ Medici duca di Firenze, siede immobile di tre quarti, tenendo accanto a sé il figlio Giovanni. Allo straordinario abito della duchessa di raso bianco ricamato si accompagnano i gioielli, le pietre preziose, le perle. I volti di madre e figlio, che risaltano luminosi contro lo sfondo blu lapislazzuli, sono impassibili.

  • Li trovi naturali? Perché, secondo te, sono rappresentati in questo modo?

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Le vie dell’arte

La Maniera moderna

Nel primi decenni del Cinquecento, il Rinascimento – sviluppato nel corso del secolo precedente – raggiunge il suo apice (Rinascimento maturo), grazie a personalità quali Leonardo, Bramante, Michelangelo, Raffaello e Tiziano: per secoli le loro opere saranno un punto di riferimento fondamentale. Questi artisti esprimono un linguaggio monumentale, eroico e armonioso (1), in cui ciascuno, in maniera originale, si confronta con alcuni temi cruciali: l’espressione dei sentimenti e delle emozioni, il dinamismo dei corpi, il colore e la luce per definire un’atmosfera, l’ispirazione all’Antico in una sorta di ideale competizione. Le opere dei grandi maestri costituiscono le fondamenta della “Maniera moderna” o “Maniera grande”: così è stato definito il linguaggio artistico del Cinquecento da Giorgio Vasari, pittore, architetto, e autore delle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori, la prima storia dell’arte italiana, pubblicata a Firenze in due edizioni, nel 1550 e nel 1568.

Da Firenze a Roma

Nel primo decennio del Cinquecento, Leonardo, Michelangelo e Raffaello si trovano nella Firenze repubblicana, dove realizzano opere eccelse. Ma già entro il 1508 Leonardo torna a Milano, mentre Michelangelo e Raffaello si traferiscono a Roma. La città pontificia diventa così il centro propulsivo dell’arte, prendendo il posto di Firenze. A Roma, papi colti e ambiziosi, come Giulio II, Leone X, Clemente VII e Paolo III, promuovono un rinnovamento della città con imprese grandiose (2), che richiamano artisti di varia provenienza. Per molti è anche l’occasione per ammirare le architetture e le sculture dell’antica Roma, che i papi restaurano e collezionano.

La stimolante atmosfera internazionale della corte pontificia viene però frantumata dal Sacco di Roma. Intellettuali, architetti e artisti in fuga si stabiliscono in altre corti della Penisola, diffondendo così la moderna arte romana.

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Manierismo e manierismi

Per tutto il secolo gli artisti guardano alla “maniera” dei grandi: in particolare alle opere di Leonardo, Michelangelo e Raffaello, che appaiono perfette e irraggiungibili. Così gli artisti si distaccano dall’osservazione del naturale e, attraverso il confronto con opere antiche e moderne, cercano l’artificio, un linguaggio complesso e raffinato con cui dimostrare originalità e maestria d’esecuzione.

Nasce così il Manierismo (termine che deriva dalla parola vasariana “maniera”, cioè stile), che si manifesta in linguaggi molto diversi nei centri italiani e presso le corti europee.

Il disegno a Firenze e Roma, il colore a Venezia

In ambito italiano si contrappongono la scuola centroitaliana, che fa capo a Firenze e a Roma, e quella veneta, che ha come punto di riferimento Venezia. Nella cultura del Centro Italia, “padre” di tutte le arti è il disegno, diretta espressione dell’idea di un artista e progetto per la realizzazione di qualunque opera. In questo è considerato un modello fondamentale Michelangelo. Invece in area veneta, dove è determinante la svolta segnata da Giorgione e Tiziano, l’arte è impostata sul colore e sulla luce, con effetti più emotivi e sensoriali e con particolare interesse per il paesaggio (3).

Tra sacro e profano

Presso le corti italiane ed europee, i principi richiamano letterati, artisti, architetti, scienziati, favorendo un fertile confronto di idee. Vengono edificati palazzi principeschi, chiese imponenti, ville sontuose circondate da giardini. Nel corso del secolo, l’arte profana destinata alle dimore signorili assume caratteri eleganti e ricercati, talvolta bizzarri (4). Diversamente, l’arte religiosa diventa semplice, coinvolgente e fedele ai testi sacri, in linea con le indicazioni del Concilio di Trento (5).

  ricorda
L'arte del Cinquecento

Maniera moderna

  • Linguaggio monumentale, eroico e armonioso

Manierismo

  • Stile artificioso derivato da modelli antichi e moderni
  • Scuola tosco-romana: disegno. Scuola veneta: colore

Fine secolo

  • Arte profana: preziosità; arte sacra: semplicità

Il tempo

Le vie dell'arte - volume B
Le vie dell'arte - volume B
Dalla preistoria a oggi