l’artista
Andrea Mantegna
L’artista di corte che amava l’archeologia e l’illusione dei giochi prospettici
L’artista di corte che amava l’archeologia e l’illusione dei giochi prospettici
Andrea Mantegna (1431-1506) è il primo pittore del Nord Italia ad aderire al linguaggio rinascimentale. Amico di intellettuali e collezionisti, diventa un rinomato artista di corte.
Mantegna si forma a Padova, in un clima culturale caratterizzato da un vivace interesse per l’Antico, grazie anche alla presenza di un’importante università. Inoltre nella città veneta soggiornano artisti fiorentini, come il grande Donatello. A Padova frequenta la bottega di Francesco Squarcione, pittore e collezionista, che insegna ai suoi allievi a citare, nei dipinti, sculture e decorazioni antiche.
Nel 1453 Andrea sposa la sorella del pittore veneziano Giovanni Bellini (vedi p. 241), Nicolosia: è questa l’occasione per entrare in contatto con l’arte veneta e allargare i propri orizzonti.
Dal 1460 è pittore ufficiale presso i Gonzaga a Mantova, dove l’anno precedente è giunto anche Alberti.
Nelle sue opere Mantegna inserisce spesso motivi tratti dall’Antico, come decorazioni, elementi architettonici, reperti archeologi. Ma dalla scultura classica il pittore riprende anche il naturalismo e la visione eroica dell’uomo di fronte alla storia.
Lo si vede per esempio nella tela raffigurante San Sebastiano (20), un soldato romano vissuto nel III secolo, martirizzato perché convertito al Cristianesimo. Nel dipinto le forme hanno contorni netti, che paiono incisi, e colori vivaci. Il santo, legato a una colonna e trafitto dalle frecce, si erge al di sopra dei suoi carnefici dai volti grotteschi.
Il corpo nudo del giovane santo presenta un’anatomia dettagliata e plastica: osserva per esempio i pettorali e i muscoli dell’addome. Pare il corpo di una statua classica: le ferite provocate dalle frecce non intaccano la bellezza delle membra. Allo stesso modo l’imponente colonna e gli altri resti di un tempio classico in rovina mantengono intatta la loro magnificenza, nonostante il logorio del tempo. È ciò che resta di una gloriosa antichità scomparsa, un’era pagana vinta dalla fede dell’eroe cristiano, che dopo la morte trionferà nell’eternità.
Le vie dell'arte - volume B
Dalla preistoria a oggi