Le vie della storia

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Le vie della storia

Il rafforzamento degli Stati nazionali

Nel Duecento l’Europa cambia profondamente: il Papato e l’Impero, che si erano scontrati a lungo nei secoli precedenti, sono ormai deboli. Nel 1309 il papa lascia Roma per trasferirsi nel Sud della Francia, ad Avignone.

La crisi dei grandi poteri favorisce lo sviluppo di alcune nazioni europee: in particolare, Francia e Inghilterra, Stati indipendenti sotto la guida di un re, si rafforzano.

L’Italia è invece frammentata politicamente. Nelle città del Nord e del Centro, guidate da organismi politici autonomi, i Comuni, si susseguono governi che appoggiano o il pontefice (i cosiddetti guelfi, 1) o l’imperatore (i cosiddetti ghibellini, 2). Il Sud, invece, diventa terreno di conquista per le potenze straniere: la dinastia di origine francese degli Angiò si stabilisce a Napoli, mentre la Sicilia, controllata dagli Aragonesi, diventa spagnola.

Lo sviluppo delle città italiane

Anche se l’Italia è divisa politicamente, fino a tutta la prima metà del Trecento le città, soprattutto al Nord e al Centro, sono spesso ricche ed espandono i propri territori. Per svolgere i loro compiti, i governi e le amministrazioni cittadine hanno bisogno di nuove tipologie di edifici, come il palazzo comunale (3), che deve ospitare le assemblee popolari e servire da residenza per i magistrati eletti.

Proprio in una città italiana, a Bologna, nasce nel 1088 la prima università (4): nel Duecento l’insegnamento universitario si diffonde in tutta Europa, sostituendo le scuole dei monasteri. L’università di Bologna si specializza nello studio delle leggi dell’antica Roma, che sono adattate alle nuove esigenze dei Comuni italiani.

La peste del Trecento

Lo sviluppo delle città italiane si interrompe bruscamente alla metà del secolo: tra il 1348 e il 1353 una feroce epidemia, chiamata peste nera, uccide in Europa quasi un terzo della popolazione, causando profondi mutamenti nella sensibilità religiosa e nella vita economica e politica dei Paesi colpiti. Non solo la società, ma anche l’arte esce da questa esperienza irrimediabilmente segnata: le città, impoverite, interrompono per anni la commissione di edifici e opere d’arte e molti artisti al culmine della loro carriera, come i fratelli senesi Pietro e Ambrogio Lorenzetti, muoiono a causa della peste.

 LEGGI LA CARTA
L’Europa alla fine del Duecento

Osservando questa carta dell’Europa occidentale è evidente come, mentre Francia e Inghilterra si stanno costituendo come Stati indipendenti e unitari, l’Italia viva ancora una situazione di profonda frammentazione politica.

dalla storia all'arte

Dopo il 1348 la peste tornò in modo ricorrente in Italia e divennero frequenti le raffigurazioni legate alla malattia, come il cosiddetto Trionfo della Morte, con uno scheletro che si slancia trionfante su uomini e donne atterriti.

  • Nella scena sono presenti anche un papa, un vescovo, un frate, un uomo ricco. Riesci a riconoscerli dai loro cappelli? Che significato assume il fatto che la Morte travolga individui così potenti?

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Le vie dell’arte

Il Gotico: perché si chiama così?

L’arte che si impone in Europa tra la metà del XII secolo e il XIII secolo è chiamata Gotico. Nasce in Francia intorno al 1140 e presto si diffonde nel resto del continente, arrivando anche in Italia (5). In realtà il nome “Gotico” viene introdotto solo molto tempo dopo, intorno al 1550, con una valutazione dispregiativa: i Goti erano infatti una delle popolazioni barbariche che avevano causato il crollo dell’Impero romano, e quindi per gli uomini del Cinquecento definire gotica l’arte di questo periodo significava considerarla un’arte “barbarica”, che aveva dimenticato le caratteristiche più importanti dell’arte classica (6).

Oggi gli storici dell’arte continuano per praticità a usare il termine, ma senza alcuna valutazione negativa, sottolineando invece gli elementi di innovazione di questo nuovo stile.

Nuovi committenti: la borghesia cittadina

Nelle città in crescita, i nuovi protagonisti sono i borghesi, cioè gli artigiani, i mercanti e i professionisti (medici, giudici, banchieri ecc.), che non abitano più vicino ai castelli dei nobili, ma nei “borghi” delle città.

In tutta Europa nascono le corporazioni o arti, associazioni che raggruppano i cittadini in base alle diverse professioni e che contribuiscono a cambiare il volto delle città: spesso, infatti, commissionano grandi opere artistiche e finanziano le cattedrali cittadine, che diventano non solo un simbolo religioso, ma anche di progresso tecnologico e di ricchezza.

La nuova arte degli ordini mendicanti

Nel Duecento cambia anche la religiosità: Domenico, proveniente dalla Spagna, e Francesco, originario di Assisi, raccolgono intorno a sé due nuovi gruppi religiosi, i domenicani e i francescani, che scelgono di vivere in povertà grazie alle elemosine dei fedeli e per questo sono detti “ordini mendicanti”.

A differenza dei monaci benedettini che abitano e lavorano in campagna, i frati domenicani e i francescani si stabiliscono vicino alle città, per diffondere il Vangelo nei nuovi centri abitati dai borghesi. Per raggiungere sempre più fedeli con la loro predicazione, usano non solo le parole, ma anche le immagini: per questo commissionano ampie decorazioni murali o dipinti su tavola con storie della vita di Cristo, della Vergine e dei santi (7). Nelle chiese italiane l’arte torna a raffigurare i personaggi e le loro vicende in modo espressivo e chiaro, per coinvolgere il più possibile i fedeli.

  ricorda
Il Gotico
  • Nasce in Francia intorno al 1140 nel campo dell’architettura
  • La borghesia cittadina e gli ordini mendicanti sono nuovi committenti
  • Pittura e scultura hanno maggiore naturalezza ed espressività

Il tempo

Le vie dell'arte - volume B
Le vie dell'arte - volume B
Dalla preistoria a oggi