FONTI - Dichiarazione conclusiva della Conferenza di Bandung

Decolonizzazione, Terzo mondo e rivoluzioni cinesi capitolo 11 FONTI Dichiarazione conclusiva della Conferenza di Bandung Questo è un estratto della dichiarazione finale della Conferenza di Bandung, che si tenne nella capitale indonesiana tra il 18 e il 24 aprile 1955. La dichiarazione, che fu sottoscritta da 29 paesi africani e asiatici (tra i quali Indonesia, India e Cina), ri assumeva in dieci famosi punti conclusivi una visione dell ordine globale alterna tiva a quella proposta dalle due superpotenze, Stati Uniti e Unione Sovietica. Targhe dei paesi partecipanti alla conferenza. L invito al disarmo e all eliminazione delle armi nucleari mostrano la visione lungimirante della conferenza, in un periodo in cui la corsa agli armamenti delle due superpotenze aumenta d intensità. Questo passaggio ricapitola la posizione contro il razzismo e il colonialismo. Qui si prende posizione contro ogni limitazione della sovranità, con chiaro riferimento al modo di agire di Usa e Unione Sovietica durante la Guerra fredda. Richiesta di evitare di trasformare organismi internazionali come le Nazioni Unite in strumenti di affermazione degli interessi di una grande potenza. La conferenza ha rivolto con ansia un pensiero alla questione della pace e della cooperazione nel mondo. [...] Il problema della pace è correlato al problema della sicurezza internazionale. In questa connessione, tutti gli Stati dovrebbero cooperare, soprattutto attraverso le Nazioni Unite, nel determinare la riduzione degli armamenti e l eliminazione delle armi nucleari sotto un effettivo controllo internazionale. [...] Questo aiuterebbe a rispondere ai bisogni soprattutto dell Asia e dell Africa, perché ciò che urgentemente richiedono sono progresso sociale e migliori condizioni di vita in più ampia libertà. Libertà e pace sono interdipendenti. Il diritto di autodeterminazione deve essere goduto da tutti i popoli, e la libertà e l indipendenza devono essere concessi, con il minor ritardo possibile, a quei popoli che sono ancora dipendenti. Davvero, tutte le nazioni dovrebbero avere il diritto di scegliere liberamente i loro sistemi politici ed economici e il loro stile di vita, in conformità agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite1. [...] 1. Rispetto per i diritti umani fondamentali e per gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite. 2. Rispetto per la sovranità e per l integrità territoriale di tutte le nazioni. 3. Riconoscimento dell eguaglianza di tutte le razze e dell eguaglianza di tutte le nazioni grandi e piccole. 4. Astensione da interventi o interferenze negli affari interni di un altro paese. 5. Rispetto per il diritto di ogni nazione a difendersi singolarmente o collettivamente, in conformità con la Carta della Nazioni Unite. 6. (a) Astensione dall uso di strumenti di difesa collettiva per servire gli interessi particolari di una delle grandi potenze. (b) Astensione da parte di qualsiasi paese dall esercitare pressioni su altri paesi. 7. Trattenersi da atti o minacce di aggressione o dall uso della forza contro l integrità territoriale e l indipendenza politica di qualsiasi paese. 8. Risoluzione di tutte le dispute internazionali con mezzi pacifici, come il negoziato, la conciliazione, l arbitrato o la composizione giudiziaria così come altri mezzi pacifici a scelta delle parti, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite. 9. Promozione di mutui interessi e cooperazione. 10. Rispetto per la giustizia e gli obblighi internazionali. 1 Carta delle Nazioni Unite: la Carta che costituisce lo statuto dell Onu fu firmata da 51 paesi nel giugno 1945. 463

Storie. Il passato nel presente - volume 3
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