5.2 Ideologia e politica culturale

La svolta antifascista rispondi 1. Quali cambiamenti apportano le leggi fascistissime? 2. Che cosa si vota nei plebisciti? 3. Quali istituzioni repressive sono introdotte con la dittatura? 4. Quali sono i principali partiti e movimenti d opposizione? Il Manifesto degli intellettuali fascisti cooptazione Processo di scelta dei membri di un organo collegiale, effettuato arbitrariamente in favore di un gruppo ristretto di persone appartenente già al gruppo sociale dominante. L educazione e la cultura nell era fascista 198 DEMOCRAZIE IN CRISI E REGIMI TOTALITARI [1924-1945] Solo nel 1935 il Comintern cambiò linea, varando, anche grazie all iniziativa dello stesso Togliatti (dal 1926 in esilio volontario a Mosca), la nuova politica dei Fronti popolari, che consentiva e incoraggiava in funzione antifascista accordi tra i comunisti e gli altri partiti e movimenti di sinistra (socialisti, repubblicani, radicali). In Italia però, nonostante già nel 1934 comunisti e socialisti avessero stretto un patto di unità d azione, i precedenti conflitti e le profonde divisioni restavano ancora vivi. 5.2 Ideologia e politica culturale La dottrina e gli intellettuali Le basi ideologiche del fascismo erano costituite da un insieme quanto mai variegato e contraddittorio di correnti di pensiero provenienti dalle culture europee della seconda metà dell Ottocento e del primo Novecento: il positivismo e l irrazionalismo, il nazionalismo e il sindacalismo rivoluzionario, il conservatorismo e il futurismo, il culto dell antichità e la passione per la modernità. Anche a fronte di questa molteplicità di influenze e sensibilità nacque il tentativo, compiuto da Giovanni Gentile, di definire la dottrina fascista nel Manifesto degli intellettuali fascisti, redatto nell aprile del 1925 in occasione di un convegno tenutosi a Bologna e sottoscritto da 250 esponenti di spicco del mondo culturale e scientifico del paese [f FONTI, p. 200]. Questo documento preannunciava anche quello che divenne uno dei principali intenti delle politiche culturali del regime: il sistematico tentativo di coinvolgimento e inquadramento degli intellettuali, perseguito, negli anni successivi, anche attraverso la loro cooptazione nei ranghi della burocrazia statale. Significativa in questo senso fu l istituzione, nel 1929, dell Accademia d Italia, un ente di promozione culturale con cui il fascismo si proponeva di premiare e al tempo stesso sottoporre a tutela gli uomini di cultura più in vista. Nel 1931 fu poi imposto un più stretto controllo sulla comunità intellettuale italiana, con la richiesta di un giuramento di fedeltà al regime da parte dei docenti universitari: solo 12 professori (su oltre 1200) rifiutarono di giurare, perdendo così la [ 6] L Istituto della Enciclopedia cattedra, mentre tutti gli altri accettarono italiana sulla scorta di una reale convinzione o per il timore di non poter proseguire l attività di insegnamento, perdendo la propria prestigiosa posizione. Accanto all opera di repressione del dissenso e dell anticonformismo, il fascismo profuse però energie anche per la formazione di una nuova classe dirigente. In questa chiave svolse un ruolo centrale Giuseppe Bottai, già Ardito e futurista, poi fascista della prima ora, deputato e quindi ministro dell Educazione nazionale, nonché fondatore di importanti riviste come Critica fascista e Primato, sulle cui pagine furono sviluppati apBenito Mussolini in visita alla sede profondimenti e riflessioni sulla politica, dell Istituto Treccani. le istituzioni e la società fasciste. PERCORSO PER ORSO VI VISIVO VO SEZIONE II

Storie. Il passato nel presente - volume 3
Storie. Il passato nel presente - volume 3
Dal 1900 a oggi