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La letteratura dei Gulag

La letteratura, attraverso il suo linguaggio narrativo e descrittivo, permette di rivivere le esperienze di reclusione nei Gulag. Dopo una breve apertura seguita alla destalinizzazione del 1956, la circolazione delle opere letterarie dedicate a questo tema, tuttavia, fu impedita in Unione Sovietica fino agli anni Ottanta ed ebbe difficoltà a diffondersi anche in Occidente. L’esistenza dei Gulag fu per decenni negata e contestata anche nei paesi non comunisti; la loro centralità nel sistema staliniano veniva comunque ridimensionata, a causa dell’influenza persistente del mito del comunismo e della Rivoluzione d’ottobre, ravvivato dalla vittoria sovietica nella Seconda guerra mondiale e alimentato dall’azione propagandistica dei partiti comunisti in Europa occidentale.

L’esperienza di Gustav Herling

Una delle prime e più importanti opere sul Gulag, Un mondo a parte, fu la testimonianza dello scrittore polacco Gustav Herling (1919-2000), pubblicata in inglese nel 1951. Arrestato alla fine degli anni Trenta, Herling fu poi deportato e imprigionato nella regione di Archangel’sk. Una volta liberato, combatté contro i nazisti nel 1943-44 nelle file della Legione polacca, a Montecassino, e visse poi in Italia (a Napoli) nel dopoguerra.

L’Arcipelago Gulag di Aleksandr I. Solženicyn

Uno dei più noti e agguerriti critici dell’Unione Sovietica fu lo scrittore russo Aleksandr I. Solženicyn (1918-2008), premio Nobel per la letteratura nel 1970, che spese gran parte della propria vita a denunciare il sistema dei Gulag. Arrestato con l’accusa di propaganda antisovietica alla fine della Seconda guerra mondiale, fu deportato e detenuto in un campo di lavoro forzato in Kazakistan fra il 1945 e il 1953. Le sue esperienze furono narrate dalle opere autobiografiche Una giornata di Ivan Denisovič (il suo unico scritto che sia stato pubblicato in Urss negli anni Sessanta) e Divisione cancro. Queste costituirono il materiale di una grande opera di denuncia del sistema concentrazionario sovietico, L’Arcipelago Gulag, la cui pubblicazione, avvenuta in Francia nel 1973, fu un vero e proprio caso editoriale. Dal 1974 Solženicyn visse in esilio negli Stati Uniti.

Šalamov e Grossman

Non meno importante, anche se più intima e meno politica rispetto a quella di Solženicyn, fu l’opera dell’altro grande scrittore russo dei Gulag, Varlam Šalamov (1907-82). Arrestato nel 1928 e in seguito liberato, di nuovo detenuto e deportato nel 1937 (fino al 1951), egli tramandò le sue terribili esperienze della prigionia nella monumentale opera I racconti della Kolyma.

Infine, lo scrittore e giornalista Vassilij Grossman (1905-64) raccontò la vita e la morte nei campi sovietici, tanto nel suo capolavoro Vita e destino, dove tratta del più vasto scontro tra Unione Sovietica e Germania nazista, quanto nell’opera incompiuta Tutto scorre…

Storie. Il passato nel presente - volume 3
Storie. Il passato nel presente - volume 3
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